Archivio: settembre, 2008

NetForum: Mauro Lupi Mi faccio sempre gli scrupoli prima di scrivere della mia vita privata, sia perché tengo ad una certa discrezione, ma soprattutto perché penso che alla maggior parte dei lettori gli interessi (giustamente) poco.

Ma ho ceduto quando mi hanno proposto di fare un servizio per NetForum per la rubrica “Il lato privato dei manager”, e mi sono trovato a raccontare di hobby, passioni, di dove vorrei vivere, ecc. Un assaggio del servizio è online, mentre nell’edizione cartacea (che ancora non ho visto) dovrebbero esserci anche altre foto (non vi dico la trattativa con moglie e figli per inserirne anche una con loro…).

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Deborah Meyer, ChryslerÈ tempo che l’awareness ceda lo scettro all’opinione. Il marketing, per noi, è finalmente entrato nell’era della


Si chiama Vendor Relationship Management (VRM) è ed un progetto lanciato Doc Searls (uno degli autori


In aereo tornando da Dusseldorf, con un po’ di mal di testa e poca voce per via del party di ieri sera, ma con un po’ di curiosità nel giocare subito con la rinnovata versione dell’ottimo Live Writer (ora pure col controllo ortografico in italiano) con cui sto scrivendo questo post.

Quello che mi chiedo ormai da alcuni anni, è perché si continuano a organizzare party dove solo il 5% delle persone accompagna ballando l’assordante musica ed il restante 95% dannatamente si sgola per cercare di parlare con gli altri? Ha più un senso? O sono io che ormai sono irrimediabilmente vecchio?

Stamattina, nello splendido albergo in cui mi ha ospitato Zanox, ho fatto due chiacchiere con dei colleghi durante la colazione mentre in una stanza a fianco un pianista suonava Chopin e (mi pare) Bach. Beh, tutta un’altra cosa :)


A tutte le persone che in azienda si occupano di capire come sta cambiando il rapporto tra aziende e individui (interni ed esterni), suggerisco di:

  1. recarsi sul blog di Luca De Biase;
  2. leggere il suo post Carrefour e le persone;
  3. ripartire dal punto 2. fino a che non si definisce una strategia operativa per poter affrontare e gestire questa nuova relazione.

Il caso Carrefour dimostra alcune cose:

  • Le opinioni delle persone si alimentano indipendentemente da quello che piace alle aziende e, talvolta, coinvolgono i brand molto più di quanto sia dovuto (su questo caso specifico sono d’accordo con Enrico).
  • Occorre ricordare quanto tali opinioni si sviluppino velocemente per mezzo della Rete e quanto siano influenti.
  • I dipendenti o collaboratori di un’azienda sono l’azienda stessa; si dà (giustamente) per scontato che rappresentino i valori del gruppo per cui lavorano.

Se qualcuno decidesse di fare la task list a cui accennavo prima, propongo un paio di punti:

  • Aprire un canale di comunicazione vero. Adesso. Che sia un blog, una community online, un forum (in casa Carrefour, ad esempio, mi è sembrato utile e tempestivo un intervento sul forum), ecc. Ma fa fatto adesso. Pensate se Carrefur (così come le altre aziende interessate) avessero avuto un adeguato canale già aperto: senz’altro avrebbero potuto affontare la situazione molto meglio (pur rimanendo, ovviamente, di fronte ad un fatto grave e negativo)
  • Se è vero, come detto prima, che i dipendenti sono l’azienda, occorre farglielo sapere! Occorre farglielo sentire.

Fin qui le chiacchiere da uno che si occupa di comunicazione. Come individuo posso solo esprimere tutta la mia solidarietà a Barbara. In una sola frase che gli è stata detta c’è tanta di quella superficialità e, direi, cattiveria, che continua ad insinuarsi nella società d’oggi.

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Sono a Dusseldorf ospite di Zanox in occasione dell’OMD (Online-Marketing D


Oggi ho fatto un salto alla presentazione del 3


Ho letto con attenzione il post di Robin Good sulla nuova strategia editoriale del suo MasterNewMedia.org e vorrei fare qualche considerazione.

Per chi non lo concoscesse, Robin Good è lo pseudonimo di Luigi Canali de Rossi ed è uno dei pochissimi (l’unico?) editori online italiani ad avere grande visibilità internazionale, per via di una serie di siti e iniziative gestiti attraverso un network di collaboratori in tutto il mondo .

Conobbi Robin in un viaggio a Seattle da Microsoft qualche anno fa e mi sorprese vederlo chiacchierare con Robert Scoble, Loic Le Meur e Chris Pirillo come se fossero vecchi amici. Robin è sempre stato un avanguardista su molti fronti legati ad internet (direi anche vulcanico e anticonformista) e per questo ho cercato sempre di seguirlo con una certa attenzione.

Ora punta a rinnovare la linea editoriale del suo popolare sito e ritengo interessanti alcuni punti in particolare:

  • la voglia di condividere in modo trasoparente e colloquiale questo nuovo percorso intrapreso
  • la ricerca di un focus preciso, caratteristica che spesso manca a tanti editori online nostrani, concentrati sullo sviluppo industriale di contenuti senza aver prima definito un segmento preciso di interessi da soddisfare
  • il desiderio di selezionare le informazioni piuttosto che rimbalzare le news di qualsiasi tipo come fanno in molti, specie nell’ambito ICT
  • la volontà di produrre contenuti formativi a mo’ di guide, utilizzando molti video

Sono curioso di conoscere il parere di Robin su alcune cose: se il modello di business rimarrà AdSense e, in generale, come vive il rapporto con quel network; se la qualità editoriale riuscirà a trovare dei modelli economici che ne valorizzino tale peculiarità; se questo suo rinnovamento editoriale potrà anche trovare forme di collaborazione diretta con le aziende. Ora gli scrivo e gli commento sul blog: magari mi risponde con un video!

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Un’opzione di Outlook che non riesco ad impostare, è quella di scegliere una pagina specifica di una email che voglio stampare, e quindi mi tocca stampare sempre l’intero messaggio. Si può optare di stampare solo le pagine pari o quelle dispari, ma non risolve il problema.

Dato che odio gli sprechi, sono contento di aver trovato oggi una soluzione semplice e che mi piace condividere. Praticamente stampo la mail su un PDF e poi la apro con Adobe Reader che invece permette di selezionare le pagine di stampa. Tuuto qui.

Alla fine risparmerò carta e toner per non più di 50 pagine l’anno, ma volete mettere la soddisfazione!


Cerco sempre di pensarci due volte prima di aggiungere un’altro feed all’aggregatore (mi ero imposto un numero massinmo di 200 feed; e sono a 226), ma per Alessandro Bonzi non ci sono regole che tengano e l’ho aggregato subito. Per capire chi è Alessandro, vado a parafrasare un detto: è nato prima Alessandro o i motori di ricerca?

Nel nel post di apertura, tra le domande che si pone sul tema “bloggare o non bloggare” si chieda se anche il mio blog fosse brutto all’inizio: mah, esteticamente non è che sia migliorato tantissimo, anzi, mi sa che nella letterina a Babbo Natale quest’anno chiederò anche un po’ di tempo extra per fare un restyling…

Comunque, Ale, spero ci regalarai un po’ delle tue informazioni e delle tue visioni. Grazie.

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Non penso che siano poi molte le conferenze stampe dove si spenga la luce per fare l’intervento principale accompagnato da un video in sottofondo. Questo ha fatto Marco Montemagno ieri durante la conferenza stampa di presentazione del progetto Codice Internet, ideato e sviluppato insieme a Marco Masieri.

Ho già segnalato la mia totale condivisione del progetto e proverò a collaborare anch’io in qualche modo. Dicevo ad una giornalista ieri a proposito di Codice Internet che si tratta di costruire un ponte tra i “non connessi” e tutti noi “della Rete”. È un ponte che serve alla società italiana e alla sua economia.

Come ogni ponte che si vuole costruire servono molte cose: un progetto (l’attuale Srl si trasformerà in fondazione), le autorizzazioni (pare che le istituzioni stiano già rispondendo attivamente), il denaro (ieri Masieri ha accennato a circa 5 milioni solo per le iniziative di quest’anno), un team che lavora (e qui penso alla comunità della Rete che già si è mossa).

A volte anche i ponti si trascinano polemiche e più o meno giustificate (guarda Messina o al più recente caso Calatrava a Venezia). E temo che anche Codice Internet potrà andare incontro alla – purtroppo – classica abitudine italiana di guardare scetticamente le iniziative con finalità “di sistema” solo perché tipicamente si è abituati a pensare solo ai propri interessi o a guardare non oltre il proprio naso.

Io penso che se il progetto riuscirà a mantenere integra la sua impostazione di fondo, potrà acquisire quell’autorità e quella reputazione che gli consentiranno di svilupparsi a dovere. Servirà sdoganare la Rete in ambienti che faranno impazzire i puristi, occorrerà andare da Costanzo o ascoltare qualche starlet che racconterà le sue chat. Non è proprio bellissimi dirlo, ma è questo che serve: un grande can can che amplifichi il messaggio in ogni dove. Go on!

UPDATE: Caterina di Blogosfere ha pubblicato alcune interviste (ta cui quella a cui facevo riferimento) raccolte ieri

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