Per chi si fosse perso l’antefatto: Sergio Sarnari racconta sul suo blog l’insoddisfazione per un acquisto di mobili e la Mosaico Arredamenti lo cita per danni, diffidando anche chiunque altro riprenda le critiche.

Ovviamente, quello che è successo è una mobilitazione generale di solidarietà con Sarnari e una forte critica per l’atteggiamento dell’azienda denunciataria che sfocia addirittura in una lezione di comunicazione sotto forma di lettera aperta.

No, non firmerò questa lettera (mi invitato anche Luca via mail); penso che chiunque sia libero di fare ciò che vuoile nell’ambito delle leggi, poi sarà un giudiche che prenderà le decisioni. Tra l’altro non ho avuto modo di leggere il post di Sarnari (dato che per prudenza l’ha rimosso) e, anche se non ho modo di dubitare che non sia stato realmente denigratorio, preferisco giudicare solo ciò che ho visto direttamente.

Non credo che serva una “lettera aperta dei blogger” (io peraltro non mi sento tale – solo solo una “persona che ha un blog”, che è diverso), o quantomeno non all’azienda. Tanto capiranno comunque l’errore di comunicaizone e, se non lo capissero, il peggio è loro! Meglio evidenziare le opportunità che sottolinea [mini]marketing che condivido in toto.

Semmai è fondamentale vigilare sul seguito di questi eventi, nel senso che se dovessero portare ad azioni d censura o, peggio ancora, di risarcimento, sarà giustro mobilitarsi ma nei confronti di chi fa le leggi e di chi le fa applicare.

Cinicamente ho salutato favorevolmente l’intera vicenda, nel senso che servono casi del genere per testimoniare alle aziende cosa succede in questi casi. Insomma, il caso Kryptonite è stato da esempio a chissà quante aziende che nel 2004 scoprirono come non relazionarsi con il mondo esterno. Bene, adesso abbiamo anche un caso italiano. Grazie Sergio, grazie Mosaico Arredamenti.

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18 commenti per “Anche in Italia abbiamo una Kryptonite”

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  1. Mr Oz scrive:

    Come “grazie Sergio”? Quello rischia una condanna…
    Come dici tu Sergio ha rimosso il post, la censura è già avvenuta, senza nemmeno tirare in ballo la legge.
    By the way, il post “diffamatorio” lo puoi leggere grazie alla cache di Google:
    http://64.233.183.104/search?q=cache:exC8RrJ6Oq4J:www.sarnari.net/personale/2008/03/il-mosaico-arredamenti…-che-fregatura/+http://www.sarnari.net/personale/2008/03/il-mosaico-arredamenti…-che-fregatura/&hl=en&ct=clnk&cd=1

  2. Maurizio Goetz scrive:

    Caro Mauro,
    forse non hai capito l’iniziativa fino in fondo.
    Non si trattava di mobilitarsi per dare lezioni di comunicazione, ma di stare vicino a Sergio oltre le mere dichiarazioni di solidarietà, come spesso accade sui media tradizionali in cui dopo tanta visibilità le persone sotto i riflettori spesso vengono lasciate sole con i loro problemi. Passata la solidarietà Sergio dovrebbe affrontare una causa per diffamazione e quindi mi sembra del tutto ragionevole un tentativo di convincere l’imprenditore a ritirare la denuncia e trasformare uno scivolone in opportunità. La lettera aperta si proponeva di spiegare le ragioni per cui sarebbe saggio ritirare la denuncia.
    Capisco che tu non voglia esport, ma ci sono persone che invece non hanno problemi a farlo.

  3. Marco Camisani Calzolari scrive:

    Ovviamente concordo con Maurizio. Quello è lo spirito e l’obiettivo. Ogni tanto bisogna lasciar fuori l’uomo di markeitng e cercare di aiutare concretamente chi ne ha bisogno.
    Poi ognuno è libero di firmare o meno. Ovviamente.

  4. claudio scrive:

    l’articolo rimosso è ancora nella cache di google.
    basta cercare
    “http://www.sarnari.net/personale/2008/03/il-mosaico-arredamenti…-che-fregatura/”
    e cliccare su “copia cache”

  5. Mauro Lupi scrive:

    Io ne faccio una questione di principio, di garantismo e di valorizzazione delle leggi, quindi non una questione per questo caso specifico. Mi spiego: così come ritengo giusto che chiunque sia libero di esprimere la propria opinione, altrettando fondamentale deve essere il diritto di denunciare un presunto danno ricevuto.
    Capisco la situazione per cui una denuncia, seppure errata nel merito come sembra essere quella in oggetto, è sempre una cosa delicata e antipatica da gestire, ma l’eventuale ritiro della denuncia dovrebbe essere motivata per il suo contenuto e non dall’opportunità o dai risultati sui Google. Sennò si perde il senso del giusto/sbagliato per quello che disciplinano le leggi.
    Insomma, spero che l’azienda denunciante sia motivata dal ritirare la denuncia perché si rende conto che è sbagliata nell’oggetto e non perché i blogger si sono agitati e perché è cattivo marketing.

  6. Maurizio Goetz scrive:

    Non sono per niente d’accordo su quanto scrivi Mauro, il problema non è comprendere se l’azienda Mosaico Arredamenti abbia più o meno ragione, nessuno è mai entrato nel merito della vicenda, anche perché giustamente non si dispone di tutti i fatti e molti non hanno le competenze necessarie per esprimere un giudizio. Il vero problema è far comprendere che non è il Tribunale il luogo dove discutere con un cliente insoddisfatto. Manca in Italia una cultura del servizio, per questo si ricorre subito agli avvocati e spesso le persone non hanno il coraggio di prendere posizione perchè quando si è esposti non è conveniente farlo. E’ ovviamente il mio giudizio personale.

  7. Marco Camisani Calzolari scrive:

    Il problema è culturale. Siamo ancora legati alle vecchie logiche. Chi non capisce sino in fondo quanto e come è cambiato il mondo e i mercati, sarà destinato a fare la fine di Mosaico Arredamenti. Che in tribunale vinca o perda, nel mercato è già sconfitto. Ecco perché quella lettera, ecco perché tutte quelle firme. Sono firme che dicono “Aziende, siamo i vostri consumatori e abbiamo molto potere!”.

  8. Maurizio Goetz scrive:

    Per me non è questione di potere del consumatore, non sono d’accordo con Mauro per le ragioni che ho cercato di spiegare qui
    http://marketingusabile.blogspot.com/2008/06/quando-il-marketing-deve-fare-un-passo.html#links

  9. Marco Camisani Calzolari scrive:

    Mauro,
    Sergio rappresenta il consumatore, ovvero tutti noi. Ho preso a cuore la vicenda sin da subito, così come avrei fatto se fosse capitato a me.
    Non so se tu fossi stato querelato per gli stessi motivi (un post in cui racconti un’esperienza negativa con un’azienda) non avresti cercato di spiegare online le tue ragioni e nella fattispecie le logiche dei nuovi mercati, la reputazione, il rapporto col cliente, che vengono prima del legislatore e della giustizia. Avresti comunque aspettato da buon samaritano il giusto corso della giustizia? Cosa avresti pensato di un esperto di comunicazione e marketing che si comporta da giurista?

  10. Mauro Lupi scrive:

    Indubbiamente se fosse successo a me e fossi convinto di essere dalla parte della ragione, avrei fatto tutto il “casino” possibile, ma evidenziando la verità dei fatti specifici e non facendo una lezione di marketing alle aziende tutte.
    Il punto su cui continuo a incaponirmi è: de devi parlare della denuncia di diffamazione, allora parla nelle more dei fatti, delle leggi e del supporto al querelato.
    Se devi parlare di ranking su Google, di come fare marketing oggi, del potere che hai come consumatore, allora penso che non serva una lettera aperta, tanto sarà il mercato che darà le sue risposte.
    Dai, si vede proprio che su questo punto siamo distanti. :)

  11. Mr Oz scrive:

    Mauro, forse dovresti leggere il post di Sergio.
    In quel post un *consumatore* si lamenta di un *prodotto*.
    Il responsabile della *azienda* fornitrice di quel prodotto risponde ai commenti annunciando una causa nei confronti del consumatore.
    La legge qui non c’entra nulla.
    Un’azienda fa causa a un suo cliente che si è lamentato di un prodotto?
    Dovrebbe essere pane per i tuoi denti.

  12. Mauro Lupi scrive:

    Si, ma gli da’ pure degli str****
    Vebbè che siamo nel paese in cui al vaffan… si dedica pure una celebrazione…

  13. Mr Oz scrive:

    Sai com’è, nell’era in cui le aziende vorrebbero essere mie amiche, poi è naturale che io mi senta libero di trattarle come tratto i miei amici…
    Dopo tutti quei mesi di attesa un francesismo sarebbe scappato anche a sciòn conneri.

  14. Maurizio Goetz scrive:

    Mauro, quanto a conversazioni, conversi come un burocrate ;) – disclaimer – burocrate non è un’offesa – fine disclaimer -

  15. Marco Camisani Calzolari scrive:

    Ad Majora :)

  16. Sergio scrive:

    Rispondo da querelato,
    è vero che il francesismo in oggetto (la cui unica, seppur misera, giustificazione sono le ore perse dietro una infinita serie di telefonate, litigate con montatori e centraliniste che non facevano altro che passarmi una persona o un’altra) mi è scappato, ma è vero anche un altro discorso…
    Gli interessi della ditta non sono riabilitare il nome dal francesismo, ma sicuramente quello è il loro unico appiglio. Quello che interessava alla ditta era non far sapere il disservizio causato.
    Se la questione si sposta sul piano giuridico, le motivazioni di Mauro sono corrette, e non lo critico assolutamente, ma credo tutti si rendano conto che il vero interesse sta proprio sul marketing.
    Senza non mi avrebbero querelato lo stesso?

  17. gianandrea facchini scrive:

    Questa vicenda mi ricorda la diffida inviata da Ferrarelle ad Altroconsumo, in quanto la rivista aveva utilizzato l’immagine di una loro bottiglia in un articolo sulle acque minerali e sulla proposta messa in mora della pubblicità a sostegno. Anche là, giro di avvocati e via.
    Io credo che un’azienda che risponde ad una critica con gli avvocati denunci una coscienza non tranquilla.
    Se Mosaico arredamenti avesse ragione, perchè non scrivere sul blog una risposta circostanziata?
    Il problema è che le aziende non sanno ancora che lingua parlino i loro clienti.
    Pensa, ad esempio, se Sergio utilizzando la stessa strategia dell’azienda, invece di scrivere un post, li avesse denunciati.
    Quanto al sostegno a Sergio, pur non avendo ancora firmato io la lettera perchè sto leggendo adesso della cosa, io lo credo dovuto per una questione di principio: il principio dela libertà di critica.

  18. Simone Ramaccini scrive:

    Blogger e proprietari di blog, date un’occhiata a questo sito “We All Hate Quickbooks”.
    In un mio post, ho ribaltato la situazione, chiedendo cosa fareste se foste voi dalla parte dell’azienda e ditemi cosa ne pensate.
    Libertà di critica, impatto sulla reputazione di un brand e diffamazione: quale scegliere?
    Link: http://simoneramaccini.com/marketingdigitale/2008/06/24/hate-quickbooks/
    Omaggi,
    Simone

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