Che paese strano è l’Italia. Ai momenti di calma piatta, penso ad esempio ad agosto dove siamo rimasti una delle poche nazioni al mondo a bloccare di fatto l’economia, affianchiamo i momenti di fuoco come le ultime settimane di dicembre.

Proprio non riusciamo a pianificare il business. Sembriamo tanti fiori, bellissimi per carità, ma rassegnati a muoverci tutti insieme in base a conquetidini palesemente vetuste se raffrontate col resto del mondo.

E così giù come matti a cogliere i residui dei budget (ovviamente non impegnati finora perché “non si sa mai”), oppure a presentare alle direzioni i progetti stategici per il 2008 che pare possano essere discussi tassativamente solo in queste poche ore che mancano alla fine dell’anno.

(Si è capito perché non scrivevo sul blog da parecchi giorni?)

A gennaio tutto si sgonfierà, la furia e la tensione si saranno sciolte insieme ai panettoni e questo paese riprenderà (lentamente, mi raccomando) a lavorare. Certo, non prima di metà gennaio perché occorrerà tempo per riprendersi dalle vacanze…

E non me ne voglia Bassetti. Se è vero che potremmo esportare e condividere globalmente “l’italicità”, abbiamo anche tante cose ancora da imparare.

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12 commenti per “Ritmi italiani”

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  1. Stefano scrive:

    Ti assicuro che non è solo l’Italia. Nessuno dei miei fornitori internazionali in Agosto ha consegnato alcunché malgrado avessimo segnalato la nostra apertura.

  2. gianni scrive:

    a fine anno le tasse ormai sono state pagate, il rischio di trovarsi senza soldi e con tasse da pagare é finito in più bisogna investire quello che resta per non pagare troppe tasse l’anno prossimo. Mi sembra che le ragioni siano queste o sbaglio?

  3. Fiorella scrive:

    Mmmhhh… già che siamo in tema… vogliamo parlare degli orari di lavoro di “provincia”? Due ore (dico “2″ ore) di pausa pranzo. Ben lontano dall’orario 9-17 (pranzo compreso) che facevo a New York…
    Chissà com’è, ma non mi sono stupita leggendo che gli italiani hanno molto meno tempo libero rispetto al resto d’Europa…(http://www.repubblica.it/2006/04/sezioni/cronaca/dossier-tempo-libero/dossier-tempo-libero/dossier-tempo-libero.html)

  4. pluto scrive:

    esatto e vogliamo parlare della quantita di ferie a disposizione e pure tutte le festivita che dovrebbero esser attaccate al week end
    w la produttivita italiana

  5. Alberto Mucignat scrive:

    concordo al 101%

  6. Rocco Vittorio scrive:

    Non ho mai commentato, ma stavolta devo farlo solo per concordare al 100%… Non ho ancora dei fornitori, ma anche da semplice consumatore su Internet queste cose si notano eccome…
    A proposito, posso linkarti sul mio blog ?
    Ciao Mauro !!!
    RVP – The eGlocal Marketer

  7. Mauro Lupi scrive:

    Linka, linka ;-)

  8. spiderpanoz scrive:

    come darti torto? in più negli ultimi anni credo pesi anche l’incertezza della congiuntura che ha costretto molte aziende a navigare a vista….
    nonostante forse la pianificazione serva proprio quando sorgono eventi nuovi a modificare il mkt…
    ma questa è un’altra storia ;-)

  9. andrea scrive:

    a parte sentirmi parte del (tuo) problema… devo dire che mai come quest’anno questa cosa la sto vovendo anch’io.
    comunque la cosa che mi “affascina” di questa situazione è che andremo in vacanza con un certo senso di colpa per le cose che avremo lasciato in sospeso, ma come per magia al rientro queste cose avranno perso tutta la loro urgenza (che invece nell’imminenza del 25/12 sembrava così devastante).
    già che ci sono auguri a tutti!

  10. Fabrizio scrive:

    Condivido appieno dato che vivo le stesse situazioni.
    Purtroppo l’Italia è un paese “lento” e poco dinamico. Non riusciamo a stare al passo con gli altri paesi e soprattutto i nostri giovani faticano molto a farsi strada a causa di un sistema vecchio e statico.
    Tanti auguri.

  11. Piero Bassetti scrive:

    Caro Lupi, ha ragione. La prima cosa da fare è superare il nostro provincialismo, smettendo di vedere il mondo a partire dal microcosmo italiano ma, qualche volta, smettendo anche di considerarlo più brutto di quello che è. Forse solo così l’italicità potrà diventare un rimedio a certi nostri difetti e trasformarli, talvolta, in qualche virtù.

  12. olistikaTV2000 scrive:

    purtroppo l’italia è un paese vecchio dentro anche grazie al vaticano

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