Archivio: settembre, 2007

Tre segnalazioni che oltre alle tre “S” hanno in comune solo il fatto che hanno incrociato il mio surfin’ domenicale:

  • Bocciata da Stefano la studentessa che non sa cosa è il Web 2.0 (e va a lavorare in un centro media)
  • Luca sottolinea quanto Spaces sia sottovalutato, almeno considerando i dati di Nielsen che praticamente lo vedono svettare su quasi tutte le piattaforme di blogging e social network in Italia. Il motivo credo sia nel fatto che Microsoft ha sempre strategicamente pensato di fornire la sua versione dei vari strumenti software e online; ad utilizzarli, a volte, ci si sente quasicome omologati. C’è chi non ci bada e a chi piace (ed i numeri confermano che sono molti), gli altri sono contro.
  • Per gli amanti di Bruce Springsteen: concerto alle 8.30 di mattina nella piazza di Rockfeller Center a New York per lanciare il suo nuovo album Magic. Steve e Clarence sono evidentemente anzianotti; lui, il Boss, è il rocker di sempre.


Il D-Day nel mondo sarà il 1


Ieri a Video On Net ho partecipato ad una tavola rotonda sul tema dei video digitali ed i modelli di business. Ho portato la voce di IAB e quindi delle opportunità per gli inserzionisti.

Si è discusso abbastanza dei modelli economici che possono sostenere i produttori e i distributori di contentuti digitali. Mi sono permesso di segnalare che il mondo dei contenuti (non solo video) deve considerare anche il fatto rilevante che la maggior parte degli user generated content non hanno (e non avranno mai) un business model sottostante. Ossia: non tutto il contenuto disponibile è prodotto per fini economici diretti (come siamo stati abituati a pensare fino ad oggi), ma cattura comunque una parte significativa e crescente dell’attenzione delle persone.

Ho dimenticato invece di segnalare un’area che ancora deve svilupparsi in modo concreto ma che ritengo avrà un impatto notevole, ossia i contenuti generati dalle aziende. Ossia materiale non prettamente pubblicitario ma informativo, divulgativo, servizi digitali, ecc. prodotti con l’obiettivo di contribuire a diffondere la conoscenza e, se possibile, l’awareness delle aziende. Contenuti ovviamente gratuiti perché pensati per aiutare a vendere tutt’altro.

Come ho detto ieri, di questi tempi non vorrei essere nella industry della produzione di  contenuti…

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Ho risposto volentieri a qualche domanda a casa di Vincos. Si parte da “il blog è morto?”


Torna Virgilio! Non poteva essere altrimenti.

Mi sono chiesto mille volte quali potevano essere i motivi della genialata dell’abbandonare il brand italiano sinonimo di Internet. Non ho mai trovato una risposta anche lontanamente credibile.

Mi viene in mente Celentano:

Torno sui miei passi
sulla vecchia strada
per la via del rock and roll
mentre il mondo è tutto beat
tutto alla rovescia
ecco com’è diciamo la verità
(…)
E allora guardati, guardati
guardati allo specchio.
Levati, levati
levati la maschera,
ecco saprai
che veramente sei tu
così potrai divertirti di più

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Google presenta i Gadget Ads, ossia dei contenuti interattivi racchiusi in un rettangolone su cui è possibile integrare di tutto (video, feed, mappe, ecc.), per poi utilizzarli non solo sul network di Google ma anche su altre piattaforme.

I Gadget Ads sembrano raccogliere perfettamente i suggerimenti dell’ottimo post sul “web decentralizzato” di Steve Rubel. Nicola Mattina ne ha tradotto bene i concetti che qui sintetizzo:

  • Pensate a fare dei web service invece che dei siti
  • Connettete le persone
  • Rendete tutto portabile

I gadget sul web (o widget, se preferite) sono proprio uno degli strumenti per distribuire contenuti e servizi. Rispondendo a Dario che mi chiede se “questi tipi di Widget creeranno confusione o diventeranno uno standard”, penso che la confusione aumenterà senz’altro nella testa di chi non è preparato a questo processo di decentralizzazione. Insomma, il passaggio è dal portale aziendale alla presenza in mille luoghi diversi; dal creare una community sul proprio sito, al partecipare alle community esistenti. In questo processo (che in parte avevo trattato nell’articolo L’approccio Multi-x), i gadget sono una delle ciliegine sulla torta.

Con l’occasione: se c’è un programmatore che sa smanettare sui gadget, mi mi faccia un fischio: abbiamo un paio di progetti da realizzare e ci serve un supporto tecnico.

A proposito di Google, volevo segnalare altre due cose:

  • Franco che si è trovato dei documenti di qualcun’altro dentro il suo Google Docs: urca, un bel security bug!
  • Shared stuff, un servizio ancora in fase di sviluppo che dovrebbe essere la risposta a Delicious; ne scrive più in dettaglio Tiziano su Motoricerca.

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A proposito di eventi a cui mi sarbbe piaciuto partecipare, segnalo anche Telco & Media: convergence in Web 2.0 era, organizzato da Business International e sponsorizzato da Reply, che si terrà a Milano il prossimo 28 settembre.

Bello, tra l’altro il titolo della tavola rotonda che sarà moderata da Alan Friedman: “The Web 2.0 ERA: Fast Forward Your Business”. Eh si, siamo tutti col piede sull’accelleratore per cui ben vengano momenti come questo per fare il punto e sviluppare un dibattito su un tema che è ancora tutto da interpretare (ammesso che prima o poi ci si riesca).

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Poi dicono che a Roma non si fa mai nulla… e invece Roma Caput Media: 26 e 27 settembre c’e n’è per tutti i gusti: VON Europe, Broadband Business Forum, Video on the Net Conference, Video Gov Summit e Netcomm (il forum italiano sull’e-commerce).

Io sarò coinvolto in una tavola rotonda nel pomeriggio del 27 settembre nell’ambito di Video on the Net, con il cappello IAB Italia. Porterò qualche numero e qualche riflessione sull’utilizzo dei video nella pubblicità online.

Purtroppo non credo di riuscire ad esserci gli altri giorni e mi dispiace perché ci sarebbero tante cose interessanti da ascoltare, tra cui tutto il convegno Ediforum. Vorrà dire che me lo farò raccontare… da internet!

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Il search marketing risulta avere il miglior ROI tra gli strumenti di marketing online e, non a caso, i rilativi investimenti raddoppieranno entro tre anni. Ce lo dicono due analisi appena uscite di cui riporto le segnalazioni di due colleghi:

  • Nereo che riporta l’indagine di Marketing Sherpa secondo la quale SEO prima e PPC subito dopo, sono gli strumenti più performanti per gli investitori online.
  • Marco che evidenzia la rilevanza che riveste il search marketing nell’ultimo report di Forrester. Marco fa bene a ricordare come Forrester in passato aveva decisamente sottostimato le stime riguardanti l’Italia ed ora in effetti sembrano più congrue (483 Mil.$ nel 2010). Parlai con l’analista Forrester che fece quell’analisi (scrissi anche un post), ma non cambiarono le cose; guarda caso il nuovo report è fatto da altri analisti…
    Altri dati sul report di Forrester Research sono evidenziati anche a casa di Microsoft Digital Advertising Solutions, in particolare il raddoppio previsto per gli investimenti in pubblicità online in Europa per arrivare a 16 miliardi di Euro nel 2012.

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Il fatto che non sia possibile rappresentare i blog in modo netto, perché espressione di tante differenti singole individualità, è una delle cose che fa impazzire chi non li conosce/usa. Quindi non c’è un “blogger-tipo”, così come non ci sono dei veri e propri “top blogger”.

Hanno ragione Catepol e Gigicoco a sottolineare come qualcuno ritiene di appartenere ad una casta solo perché ha un sacco di link su Technorati. Però vanno compresi sia loro che gli altri che cercano una leadership a tutti i costi. In fondo, si è sempre fatto così: dato un argomento o una situazione, si cerca il primato, l’elemento più rappresentativo e distintivo, anche solo con l’obiettivo di sintetizzarne la rappresentazione.

Solo che l’umanità che scrive (hey, ci pensate che da quest’anno ci sono più blog che siti web?!) non è – per fortuna – circoscrivibile in una classifica.


Il fatto che non sia possibile rappresentare i blog in modo netto, perché espressione di tante differenti singole individualità, è una delle cose che fa impazzire chi non li conosce/usa. Quindi non c’è un “blogger-tipo”, così come non ci sono dei veri e propri “top blogger”.

Hanno ragione Catepol e Gigicoco a sottolineare come qualcuno ritiene di appartenere ad una casta solo perché ha un sacco di link su Technorati. Però vanno compresi sia loro che gli altri che cercano una leadership a tutti i costi. In fondo, si è sempre fatto così: dato un argomento o una situazione, si cerca il primato, l’elemento più rappresentativo e distintivo, anche solo con l’obiettivo di sintetizzarne la rappresentazione.

Solo che l’umanità che scrive (hey, ci pensate che da quest’anno ci sono più blog che siti web?!) non è – per fortuna – circoscrivibile in una classifica.


È di qualche giorno fa la notizia dell’esperimento fatto dalla cittadina tedesca di Bohmte di abolire semafori e indicazioni di stop per limitare gli incidenti stradali.

Ma nessuno si è accorto che questo esperimento è in corso in molte città italiane da tempo? I semafori non sono stati rimossi, né le indicazioni di stop, ma tanto qui nessuno li rispetta. Siamo i soliti anticipatori e nessuno se ne accorge…


Via Giuseppe, mi sono gustato il bel confronto tra Andrew Keen e David Weinberger sul Wall Street Journal. Lettura consigliata per il weekend!

Imutile dire che mi ritrovo particamente al 100% con le parole di Weinberger che conferma essere una delle menti più lucide nel leggere l’evoluzione del mondo che viviamo in termini di comunicazione e influenza dei media digitali.

Di Keen avevo scritto di recente, mentre di Weinberger ho appena finito il suo ultimo libro Everything is miscellaneous. Conobbi Weinberger l’anno scorso quando fui co-relatore ad un incontro organizzato da Edelman e posso comunicare in anteprima che sarà di nuovo in Italia a Novembre, questa volta per un evento pubblico. Dove? Hey, mica posso dire tutto! Comunque tra pochi giorni sarà ufficiale.

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Ho da poco salutato una persona a cui ho promesso di elaborare entro venerdì un progetto per la sua azienda. È la quarta persona oggi a cui dico la stessa cosa. E domani ho mezza giornata già impegnata in alcune riunioni. Quindi rimane un giorno e mezzo.

Uno dei clienti, allertato su un possibile slittamento, mi ha rassicurato: “Tanto so che ci riesci, come sempre”. Ah, è vero, ci sono anche due nottate intere…

Insomma, vale un post del genere per giustificare il bloggare rarefatto di questi giorni?


Ho da poco salutato una persona a cui ho promesso di elaborare entro venerdì un progetto per la sua azienda. È la quarta persona oggi a cui dico la stessa cosa. E domani ho mezza giornata già impegnata in alcune riunioni. Quindi rimane un giorno e mezzo.

Uno dei clienti, allertato su un possibile slittamento, mi ha rassicurato: “Tanto so che ci riesci, come sempre”. Ah, è vero, ci sono anche due nottate intere…

Insomma, vale un post del genere per giustificare il bloggare rarefatto di questi giorni?


Da Marco Freccero:

Il contrario dello studio non è l’ozio: è il pessimismo.


Oggi ho dato una risposta ad un cliente che, mi rendo conto, può apparire piuttosto disarmante. La richiesta riguardava di illustrare alcuni casi di successo nel settore del viral marketing.

Mi è venuto da dire che i casi di successo servono solo per capire quali iniziative sicuramente NON funzioneranno (nel senso che i cloni di un’idea originale quasi sempre falliscono) e, nel contempo, non ci sono procedure standard che permettano di prevedere il successo nei social network.

Insomma: se si guardano solamente le iniziative sulla bocca di tutti, sembra tutto così facile da realizzare. Uno spot dell’epoca Carosello recitava: “semmmbra facile…”


Non che i giornalisti non siano persone comuni (anche se alcuni lo credono),  ma risulta evidente il progressivo allargamento del concetto di “professionisti della comunicazione”, che diventa spesso inclusivo di blogger o influential di nuovo tipo.

Questa volta si tratta di PlayStation che dal blog ufficiale (disclaimer: è un progetto realizzato con la nostra collaborazioneinvita i suoi lettori a partecipare ad una serata a Roma o a Milano per provare nuovi giochi in anteprima, oltre a ricevere materiale e gadget vari. Interessante anche la disponibilità di postazioni per poter pubblicare un commento sul proprio blog o sul blog PlayStation.

Spero che mio figlio non se ne accorga sennò mi tocca portarcelo!

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