Mi è capitato spesso di lavorare il primo di maggio. Quest’anno no. Giornata bucolica la mattina a vedere un concorso equestre. Ho incontrato vecchi amici con la quale abbiamo scoperto non solo di avere in comune il fatto di aver lavorato nella stessa banca, ma anche di averla lasciata, pur se in epoche diverse. Io feci da apripista e a cosa fece un certo scalpore: parliamo di vent’anni fa e la mobilità non era una faccenda usuale.

Playlist di Luca Sofri Pranzo in una trattoria del paesello e pomeriggio di relax ad ascoltare vecchia musica rock, aiutato da Playlist di Luca Sofri. Se mi metto a giocare col libro di Sofri al “ce l’ho, ce l’ho, mi manca” di fanciullesca memoria, faccio passo solo su qualche artista più oscuro, ma per il resto li conosco tutti. Playlist mi ha ricordato quando mi divertivo proprio a fare “le cassette”, ossia delle selezioni di brani prese dai dischi miei o da quelli che giravano in radio (ho mai detto che facevo il deejay? ok, ora l’ho detto).

Playlist mi piace perché racconta i brani come si farebbe con un amico, cercando di trasportare emozioni e suggestioni senza fare critica musicale. Certo qualcosa manca e invece non si capisce bene che c’azzeccano alcuni artisti vicino a leggende musicali, però è il bello della soggettività, no?

Leggendo Playlist, mi è anche venuto in mente di non aver ancora copiato sull’iPod alcuni CD messi in uno scaffale separato da dove tengo tutti gli altri perché di formato diverso. E così è rispuntato il cofanetto con una copia per collezionisti dello splendido Luck of The Draw di Bonnie Raitt con la straordinaria I Can’t Make You Love Me.

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