Anticipato da Lele, ho letto il pezzo di oggi su Il Manifesto (via Mantellini vedo che il pezzo è su VisionBlog): “L’illusione della democrazia attraverso il mondo dei blog”. Franco Carlini lo leggo sempre volentieri, qui mi trovo invece in totale disaccordo. L’argomento è stra-dibattuto: i blog che, socondo Carlini, sono “monomaniacali, autoreferenziali e autocitantesi, sovente pronti all’insulto, approssimativi nei giudizi”.

Ciò che è sbagliato sono le basi del criterio i giudizio, perché si sottopongono i blog alle stesse metriche di analisi che si applicano al giornalismo. E si rimprovera, ad esempio, “di sfoderare fastidiosi toni colloquiali in prima persona, tipo ‘ho pensato che’, ‘mi arriva una telefonata da’”.

È questo il punto (parlo da lettore di blog e da blogger): è proprio l’informalità e la spontaneità che, per alcuni (peraltro sempre di più) è ciò che conta e che da senso ai contenuti. I blog, ma vale per qualisiasi user generated content, sono prodotti di persone non di giornalisti! E capitelo una volta per tutte! (Antonio, si, si proprio te, diglielo a Carlini che lo conosci).

È  come ascoltare e partecipare alle conversazioni in un bar, ad un party o nella piazza del paese: la differenza è che questo tipo di relazioni ora ha un versante digitale. Se non piacciono gli interlocutori in un party, è bene cercarsene un altro ma si può pretendere: “dammi le notizia e il loro contesto”.

La Rete è sempre più delle persone (piacevoli o meno che siano) ed è un medium (forse il primo) che non ha i giornalisti come protagonisti. Mi sa che questo è il vero disagio che sentono alcuni. Che ne dite?

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21 commenti per “Anche Carlini c’è cascato”

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  1. luca scrive:

    Dico che sono completamente d’accordo con te!
    Il giornalista del Manifesto non ha ben captato lo spirito di chi fa blogging.. ma forse suo malgrado dal momento che vede la blogosfera dal punto di vista del giornalismo tradizionale, ancorato a certi schemi…
    ciao!

  2. andrea scrive:

    concordo con la tua conclusione: probabilmente ‘sti blogger che non c’hanno nemmeno il tesserino cominciano a dare fastidio.
    personalmente sono molto curioso di vedere se ci sarà la stessa reazione quando anche le persone di marketing inizieranno a vedere che il brand management non è più loro esclusivo appannaggio.

  3. massimo cavazzini scrive:

    Micro-osservazione da 2 cent: la maggior parte dei blogger “di primo piano” sono giornalisti. E molti blogger vorrebbero diventarlo. Dunque, la mia opinione è: giornali per dare notizie e contesto, blog per approfondire o commentare anche in toni informali.
    Carlini probabilmente ha in testa una rivista on line (ad esempio il Visionblog attuale o il Telconews che produce per Vodafone) organizzata _come un blog_, che è ovviamente diverso da una rivista _che è un blog_.
    L’unico punto che forse condivido, almeno in parte, è l’eccessiva autoreferenzialità ma la legge di Metcalfe qualcosa varrà pure no?

  4. Il blocco-note di Markingegno scrive:

    Blog, democrazia e giornalismo

    Uno degli argomenti caldi di oggi è larticolo dalleloquente titolo: Lillusione della democrazia attraverso il mondo dei blog di Franco Carlini, su Il Manifesto.
    Disponibile su Visionblog.
    Visto che normalmente non incontro giornal…

  5. Pandemia scrive:

    Il tormentone della polemica tra giornalisti e blogger

    La polemica: Noterà come molti autori siano monomaniacali, autoreferenziali e autocitantesi, sovente pronti all’insulto, approssimativi nei giudizi. Persino alcuni tra i migliori giornalisti, da anni nel mestiere e nella rete, quando bloggano, si sentono…

  6. Alessandro Mirri scrive:

    Mi viene da pensare che il Blog, inteso come “fenomeno culturale” dia fastidio a più persone di quanto si pensi. E secondo me il fastidio non sta tanto nell’autoreferenzialità e nei modi colloquiali, ma nell’utilizzo di questi modi per relazionarsi con gli altri magari anche per rendere noto un fatto di cronaca, un evento o per fare affari. Non sia mai!
    Per spiegarmi, ecco come la vedo:
    Tra blog, podcast e videocast si garantisce un buon movimento d’informazione. Video che da internet arrivano dritti sul Tg1, oppure che scompaiono dalla televisione dopo una programmazione anonima per esplodere su internet. Una parola su un post a favore di un’azienda potrebbe toccare il “tasto giusto” e partire dal Comune di Pincopallino per arrivare dritta dritta ad un potenziale cliente di Megalopoli.
    Forse quello che dà fastidio è che il ritorno all’informale, al colloquiale “tu”, ossia a quel modo di porsi che è sempre stato addidato dai detrattori del blog proprio nei modi riportati da Il Manifesto, oggi ha più presa della “notizia secca” o dell’altisonante “SPETT.LE DITTONA” o del formalissimo “Gentile dott. ing. cav. vattelapesca”… le formalità del primo contatto… Modi di scrivere e di porsi usati spesso senza “essere costruiti”, sia nel creare relazioni quanto nel fare business, in entrambi i casi con successo. Guarda un pò!
    Forse quello che dà fastidio è che non tutti possono essere blogger (e non sai quanto mi rode!), perché non tutti sono in grado di relazionarsi con perfetti estranei. Non tutti sono in grado di mantenere una spontaneità e di sostenere l’antipatia di chi non sopporta la persona che “vede” leggendone i post. Magari per essere un buon blogger serve anche del talento? E magari questo talento non lo compri ma lo devi coltivare senza garanzie di successo?
    Magari se tu, Mauro, avessi scritto in modo diverso, non fossi stato in grado di comunicare chi sei, Ad Maiora o non Ad Maiora oggi non ci sarebbe nessun Mauro Lupi’s blog e molte più difficoltà ad associare parole tipo “business” e “blog”?
    I casi della vita: a me infastidisce leggere un comunicato-stampa ciclostilato dove ogni volta, alla fine, mi devono ricordare che l’azienda x ha fatto questo e questo e questo… e lo sò! Sono due anni che me lo scrivete! E m’infastidisce l’anonima notizia senz’anima fatta apposta per essere letta e dimenticata. E m’infastidisce quando un giornalista recupera e mette insieme luoghi comuni che dovrebbero essere ormai belli che superati. Domanda ipotetica ad un ipotetico giornalista che non fà il giornalista:
    Senti. Stupido non sei, ottuso nemmeno, allora fai luogo comune per partito preso? Perché vedi l’ombra di una concorrenza che non ti aspettavi? Oppure perché t’invitano gentilemente a fare luogo comune?

  7. Maurizio Goetz scrive:

    Occorre anche dire che non esiste una blogosfera omogenea, le persone che scrivono su un blog lo fanno per le motivazioni più diverse.C’è una parte della blogosfera autoreferenziale, pronta al linciaggio mediatico, veloce nei giudizi, ma anche una parte più riflessiva progettuale ed è bello che sia così. Il vero problema non è chi scrive per passione o perchè ha delle cose da dire, ma chi ambisce a fare il giornalista professionista senza averne i mezzi. Ci sono poi ottimi blogger divulgatori che fanno un lavoro straordinario.

  8. massimo mantellini scrive:

    uff…resto in attesa di qualcuno che stili una bella lista dei blogger che vorrebbero (ma non possono) diventare giornalisti….Ma esistono davvero? Io non ne ho mai incontrato nemmeno uno.

  9. gabrybabelle scrive:

    ….ed è un medium (forse il primo) che non ha i giornalisti come protagonisti. Mi sa che questo è il vero disagio che sentono alcuni. Che ne dite?
    Disagio????umhmmmm,uhummmmmm, Molto di piu che un semplice disagio,”si arrenderanno i nostri eroi????”Non credo e comunque è giusto cosi!Si adegueranno…..un po per volta,anche al mix fra lo scrivere,il commemnto diretto, la musica ,i video e chi piu ne ha piu ne metta!Questa è l’informazione del futuro o perlomeno lo scambio di informazioni ,che lo si voglia o meno ,cosi sara!!!Saluti Prof… gabrybabelle

  10. Mauro Lupi scrive:

    Esatto Massimo, sarà che io mi diverto già tanto a fare il mio di lavoro che proprio non penso ad invadere campi altrui. E’ che qui siamo in un “campo neutro” dove non serve una tessera o una qualifica per giocare.

  11. Maurizio Goetz scrive:

    Io ne ho incontrati di blogger che vorrebbero essere cooptati dal mondo del giornalismo. Ci sono poi quelli che scrivono per passione o per divulgare.
    Oggi ho trovato un’interessante tassonomia e ne ho scritto un post. Non mi piace mettere il link, chi vuole sa dove trovarlo.

  12. Last Tuesday scrive:

    Una bella cantonata

    Una bella cantonata Franco Carlini, collega giornalista da quasi vent’anni, questa volta l’ha fatta grossa. Non concordo per nulla con il tema del suo post, ovvero che la blogosfera italiana sia un coacervo di sproloquiatori inutili, come dimostrano i

  13. ale79 scrive:

    scusa, e da quando i blog sono una “fonte certa” da cui attingere informazioni? mi sembra che tu abbia dato per scontato che carlini non abbia cercato le informazioni come fa un “giornalista per bene” e non uno “pseudo giornalista arronzone”. ti ricordo che esistono valori etici per un giornalista, che ha l’obbligo di seguire un percorso ben preciso per ottenere le informazioni, che non passa tramite internet!!
    quante volte è accaduto che “giornalisti non per bene” abbiano attinto informazioni dal web, pubblicandole e non facendo un semplice controllo? non trovi che lo scenario potrebbe diventare inquietante se dessimo tutto questo “potere” alle parole dei blogger?

  14. Mauro Lupi scrive:

    Ale79, sei proprio sull’argomento chiave: per come la vedo io il potere lo danno/daranno le persone in qualità di lettori. Ognuno di noi è libero di dare potere (io direi più considerazione e autorevolezza) a chi gli pare, così come oggi lo attribuiamo a un certo quotidiano o a un’altro. In questa selezione, alcuni ci iniziano a mettere anche delle cose chiamate blog. Il tutto, in un contesto ove la fedeltà ai media è sempre più volatile, cosa che trovo essere un segnale positivo.

  15. aghost scrive:

    Che dire dell’articolo di Carlini? Una cosa sola: eccheppalle! Ne abbiamo fin qui dei giornalisti “veri” che pretendono di farci tutti i giorni l’analisi del sangue.
    I blogger non hanno mai avuto la pretesa di mettersi in competizione coi giornalisti, sarebbe semplicemente assurdo e anche un po’ ridicolo.
    Il problema è che forse i giornalisti hanno la coda di paglia e vedono nei blogger, chissà perché, dei potenziali antagonisti. O forse invidiano la libertà che non hanno: quella di poter scrivere liberamente quel che gli pare.

  16. ale79 scrive:

    @aghost, non confondere la libertà di stampa con la libertà di espressione. potrei risponderti dicendo che anche carlini è libero di scrivere ciò che vuole. ma violerebbe principi costituzionali. secondo me vi state attaccando troppo alle parole… giornalisti per bene non significa che gli altri sono infami, semmai arronzoni. l’articolo di carlini va letto in un senso più ampio. ho l’impressione che in giro ci siamo troppe persone che si sentato “micheal moore”, non sapendo che anche moore ha toppato in varie sue inchieste, ricevendo e poi pubblicando informazioni false! non credo che carlini stia affermando che ai blogger vada messa la museruola e che soltanto i giornalisti iscritti all’albo debbano scrivere. ha detto che il pressapochismo impera su internet e questa è la realtà. ti faccio un esempio: credi che il vostro blog non sia letto da giornalisti del corriere della sera, di repubblica, di report, del tg5 e compagnia bella? lo leggono eccome!! soltanto che di prove per iniziare un’inchiesta ce ne sono davvero poche. c’è il solito sperpero di denaro pubblico… ma che notizia è? l’italia forse non è fondata su questo? e poi in italia i giornalisti di inchiesta non ci sono più. le inchieste costano troppo perché c’è bisogno di “documenti”. le inchieste che si fanno oggi sono sempre e solo su fotografie o filmati. da anni non ne leggo una basata su scartoffie!!!
    ma non è neanche internet lo spazio giusto per lanciare strali! perché su 100 utenti, ben 95 sono privi di informazioni dirette, le benedette fonti! loro approvano il senso dell’iniziativa e l’appoggiano, e commentano senza sapere qual è la realtà dell’oggetto. dagli tempo e spariranno e rimarrete solo voi da una parte e io che vi punzecchio dall’altra ;)

  17. Mauro Lupi scrive:

    Per chi non ha inseguito le reactions a questo post segnalati da Technorati, segnalo il post di Marco Formento dal quale estraggo un brano che condivido al 100%:
    “Ma parliamo di blogger e giornalisti. Il punto non è che non sia d’accordo con i difetti che Franco addossa alla blogosfera, ma che non credo siano pertinenti. Non leggo un blog come leggo un giornale. Non mi aspetto che un blogger faccia i controlli incrociati sulle fonti(2). Non credo di trovare mille Balzac a portata di browser. La questione rischia di essere mal posta se non riconosciamo due statuti differenti a due fenomeni differenti.”

  18. Il Blog di Stefano Epifani scrive:

    Ottavo diario di navigazione

  19. Domenico Sacchi scrive:

    Forse il problema sta nel fatto che molti intendono il fenomeno dei blog come un qualcosa di “sostitutivo” mentre i blog costituiscono nel loro insieme un fenomeno a sè stante.
    I blog non vogliono sostituire le pagine di un giornale, vogliono solo essere un nuovo modo per “comunicare” semplicemente.
    Forse i giornalisti temono di perdere i loro “privilegi” e quant’altro, troppo protetti forse sono da albi e potere commmerciale. Ci sono delle professioni se per questo che non hanno nemmeno un albo professionale e sono letteralmente “inquinate” da scarsa professionalità eppure non ci si lamenta.

  20. bernardo parrella scrive:

    be’, intanto va detto che la discusisone e il confrotno sono sempre benvenuti, soprattutto se pungolati con dovizia e attenzione come in questo caso
    diciamoci la verita’: di blogger italici che vogliono essere (e sono) cooptati da testate e aziende ce ne sono a bizzeffe
    che poi il medium blog sia differente dal giornale, in tutti i sensi, e’ lapalissiano, come pure il fatto che non si puo’ pero’ mettere tutti i blogger sotto la stessa bandiera (o i giornalisti): esistono in un ambito e nell’altro differenze di opinioni (anche politiche, ovviamente), di esposizione, di punti che si vogliono sottolineare, etc.
    ne’ franco ne’ nessuno di noi si sogna di pensare siamo blogger, siamo piu’ bravi, spero — e sostituendo a blogger giornalisti, l’equazione non muta
    IMHO, la “provocazione” in questione va ben oltre la vecchia diatriba blogger vs. giornalisti, puntando su queste differenze che esistono comunque e ribadendo che una certa “professionalita’” farebbe senz’altro bene a tutti, pur in presenza di tali differenze
    e punta quindi a una sorta di simbiosi e integrazione, purche’ intelligente e attenta ai fenomeni piu’ complessivi del modo odierno di “fare informazione”

  21. Webgol, a cura di Antonio Sofi scrive:

    Carlini e i toni colloquiali. Ma il giornalismo di qualità è da persona a persona.

    In molti* citano oggi leditoriale di Franco Carlini, giornalista tecnologico tra i più lucidi ed esperti in circolazione.
    Larticolo è, vivaddio, disponibile online, su Vision Blog – da tutti leggibile e commentabile.
    A dire il vero a colp…

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