A proposito della ormai notissima copertina del Time, avevo scritto che sarebbe stato meglio che l’uomo dell’anno fossimo stati “noi” (we) anzichè “You” come invece hanno scelto.

Anil Dash di Six Apart (l’azienda che produce le popolari piattaforme di blogging Movable Type e Typepad) la pensa come me.

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5 commenti per “Ogni tanto ci azzecco!”

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  1. andrea scrive:

    ti farà forse piacere anche sapere che per Advertising Age io, tu, noi, i consumatori insomma, siamo anche “Agency of the Year”…
    dichiarazione: http://adage.com/article?article_id=114132
    motivazione:
    http://adage.com/article?article_id=114153

  2. Roldano scrive:

    Ciao, premetto subito che per me l’autoironia è sempre un ottimo antidoto contro le derive mentali, specie quando qualcuno ritiene che la sua opinione debba essere letta e condivisa da tutti. Ogni riferimento a chi apre un blog è puramente casuale ;-) .
    Perché un’opinione dovrebbe essere più autorevole nello stabilire cosa doveva essere corretto scrivere sulla copertina del Time solo perché è quella di Anil Dash?
    La mia opinione è che invece dal punto di vista logico sia più corretta l’interpretazione del Time, visto che in copertina c’è uno specchio, per cui chi legge è il destinatorio del messaggio.
    A conforto di quello che dico, andrebbe considerato il fatto che postare foto su flickr, uploadare video su youtube, scrivere su un blog sono operazioni oserei dire… onanistiche, che sfociano nell’esibizionismo. OK!OK! sto esagerando ;-)
    In pratica Time riconosce che sei tu singolo che esegui tutte le operazioni; mica è una cosa di gruppo!
    Da qui in poi potremmo sfociare in tutta un serie di elocubrazioni socio-geografico-politiche per cui la cultura americana del self-made man è sempre pronta a riconoscere l’importanza dell’individuo – you – in contrapposizione alla massa – we – e che solo in pochi rarissimi casi viene riconosciuto il valore del noi, vedi ad esempio l’incipit della costituzione americana:” We the people”.
    A questo punto, tu sicuramente mi dirai: “Caro Roldano, questi pipponi pseudo sociologici, perché non te li vai a scrivere da un’altra parte tipo il tuo blog?”

  3. Mauro Lupi scrive:

    Nessun “pippone”, va bene così ;-)
    Sicuramente la componente egocentrica dei singoli fa parte del mondo dei blog e lo specchio della copertinma sostiene lo “You”. In questo approccio, tuttavia, io ci ho visto due due cose:
    - un distacco tra “noi giornalisti” da una parte e “tu” dall’altra (mentre, come proprio scrive Dash, molti del Time sono pure blogger)
    - la sottovalutazione del fenomeno collettivo che, secondo me, sostiene i blog; nel senso che io come singolo posso pure essere “onanistico” (l’ho usato bene il termine?), ma non mi impegnerei più di tanto se non ci fosse un’audience (potenziale o reale che sia, grandeo piccola che sia) a cui ambire.

  4. zetavu scrive:

    Beh avevi avuto anche qualche autorevole endorsement nazionale :-)

  5. Mauro Lupi scrive:

    Si, infatti (ed ha segnato anche il record di accessi al blog): eh che non me la volevo tirare troppo… ;-)

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