Volevo scrivere qualcosa sul post di Chris Anderson a proposito dei magri ricavi pubblicitari sviluppati del popolare blog di Guy Kawasaki. Nel frattempo, ci ha pensato Suzukimaruti con un ottimo post che parte dal tema delle classifiche dei blog per arrivare sull’argomento “siamo tutti venditori”: ottimo articolo, di quelli che guardano con curiosità e apertura mentale le differenti sfaccettature di questo giovane sistema digitale in cui ci troviamo coinvolti, “spesso divisi tra i suoi estremi” come scrive ZetaVu.

Del post di Anderson, riporto solo una frase che continuo a ritenere fondamentale per chi spera di ricavare denari dal contenxtual advertising:

“Just another reminder that the reason to be a Long Tail producer is not direct revenues.”

Nel contempo, penso che proprio ieri ho segnalato un’ulteriore idea di pubblicità sui blog. Contraddizione? Forse. Però credo in due cose:

  • la comunicazione pubblicitaria, più o meno rompiscatole, è una necessità di ogni mercato dove ci sono aziende in competizione che devono vendere e generare utili;
  • l’utilizzo pubblicitario (o “promozionale”, se vogliamo attenuare il termine) dei blog è ancora tutto da individuare; attualmente la massa critica che cercano i pubblicitari è tutta da scovare (vedi anche la discussione da Luca Conti) e, ancor meno, le prospettive di ricavi significativi per la quasi totalità dei blogger. Ma siamo solo agli inizi…

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8 commenti per “La pubblicità sui blog può attendere”

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  1. Sapienton scrive:

    Ciao Mauro,
    Volevo segnalarti che c’è chi ne fa un problema di ottimizzazione, redigendone anche un case study.
    Parlo di Amit Agarwal: http://labnol.blogspot.com/2007/01/guy-kawasaki-still-leaving-money-on.html

  2. Giuseppe Vitale scrive:

    Caro Mauro,
    tu parli di pubblicità nei blog con il post di oggi e con quello di ieri quando il punto è che la pubblicità è morta: quella che vediamo in giro ora è solo il cadavere della pubblicità. E’ dall’agosto del 2005 che gli spot hanno cominciato il loro prevedibile declino. I banner, poi, lo sai meglio di me, non funzionano. Ma è tutta la filosofia dello schiaffare la pubblicità ovunque ci sia spazio che non funziona perché allontana sempre di più le persone. Anche strumenti come il mailing diretto sono in crisi perché ormai riceviamo troppe lettere ed email. All’origine del problema c’è la produzione industriale del nostro pianeta che produce per lo più beni inutili e dannosi. La soluzione l’ha suggerita Beppe Grillo in un suo post: “La libertà di comprare un bene senza la pubblicità dentro dovrebbe però essere garantita dalla Costituzione. Il cittadino dovrebbe avere la possibilità di scelta”.

  3. Mauro Lupi scrive:

    Sul fatto che la pubblicità deve cambiare e che ha iniziato a farlo, mi trovi d’accordo. Che sia morta no, semplicemente perchè parliamo di un mercato che vale miliardi di Euro e che non può sparire in un attimo. Le invettive populiste di Grillo che continua a ripetere che “i media sono morti”, sono semplicemente un modo di guardare dove fa comodo e soprattutto di guardare lontano dalla realtà.
    Ribadisco: rispetto l’opinione di chi ritiene che la pubblicità dovrebbe morire, ma questo NON sta avvenendo e, credo, non avverrà mai.

  4. Roberto scrive:

    Aggiungerei che la pubblicità di oggi consente anche di essere più misurabile rispetto alla tradizionale. Il sistema di Google ad esempio non si può dire che sia invasivo perchè è legato alla tipologia di contenuto e comunque sarà sempre l’utente che potrà scegliere.
    Anch’io sono del parere che la pubblicità non è morta, ma ha solo cambiato il modo di proporci i prodotti e servizi. Purtroppo come in tante cose, ci sono le variabili umane del lato peggiore che contribuiscono a rovinare o disturbare l’uso dei nuovi media, vedi spam.
    L’email ha ormai sostituito il fax, anche se in Italia, per molti casi si continua ad utilizzare il telefax come uno strumento innovativo mentre è preistorico.
    Le aziende iniziano a capire che investire in pubblicità sul web può dare più risultati e soprattutto monitorabili in ogni modo, rispetto alla pubblicità tradizionale.
    Lunga vita al marketing sul web!

  5. Blublog scrive:

    Larte del pane con La Panetteria Princess

    Premetto che questo non è uno sponsor pubblicitario, ma solo il mio pensiero riguardo un prodotto secondo me fantastico, perciò ho deciso di dedicargli un post.
    Per Natale abbiamo ricevuto in famiglia un regalo molto particolare La Panetteria…

  6. Marco scrive:

    Seguo il tuo blog da ormai un anno e trovo interessanti tutti i tuoi post…(anticipo quasi sempre la notifica al mio indirizzo di e-mail, pensa un po’!)
    Mi sono fatto l’idea che il Blog, per le Aziende, debba essere “semplicemente” il luogo in cui creare interesse, discussione e (in modo assolutamente non subdolo) addirittura la necessità del bene prodotto (e da vendere) dal titolare del Blog e (quindi) dell’Azienza…
    Chi ha il coraggio di fare questo, oltre che creare awareness del Brand (e non solo sul Web), è capace di migliorarsi sempre e, quindi, di vedere aumentate a dismisura le probabilità di successo sul mercato.
    Questa è la mia opinione, questo è quello che io penso sia “pubblicità su un Blog”. E questa è la ragione per cui la “pubblicità” sul Web non morirà mai…come dici tu, siamo appena agli inizi!
    Ma mi permetto di dissentire su quanto hai detto su Beppe Grillo. Il suo non è populismo! Di populismo ne abbiamo piene le tasche e per merito di ben altri personaggi :-( !
    Grillo è uno dei pochi che promuove il Web come mezzo di comunicazione…tra i media che lui vorrebbe veder morti sicuramente non c’è l’Internet, anzi!E non penso che sarebbe contrario ad una promozione tramite i Blog. Lui, paladino della trasparenza e della correttezza…
    Ciao

  7. diddlina scrive:

    Non c’è nulla da aggiungere…alle parole di Marco!
    Bravo, ben detto!

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