Archivio: ottobre, 2006

La blogmania dilaga e ad accorgersene ora sono soprattutto le aziende” parola di Renata Fontanelli su Affari&Finanza (l’allegato di Repubblica) oggi in edicola. L’articolo prende spunto dal recente seminario di Edelman con Technorati e riporta un commento di Fiorella Passoni (amministratore delegato di Edelman Italia). Inciso: complimenti a Fiorella per il recente premio “Donna Comunicazione Agenzie 2006”, e solidarietà per il misspelling nell’articolo (Massoni anziché Passoni): ah come ti capisco ;-)

Non sto a puntualizzare qualche altra piccola inesattezza dell’articolo su Affari&Finanza, ma trovo fuori luogo un passaggio:

“In Italia il blog più cliccato resta quello di Beppe Grillo, ma ormai ne esistono a centinaia, i più importanti dei quali sono offerti dai portali come Kataweb o dai provider come Tiscali”.

Senz’altro migliore l’intervista odierna a Layla su Corriere Economia (l’allegato del Corriere della Sera); anche lei come Fiorella che sottolinea l’importanza dei blog per le aziende in quanto moderno focus group. Vado a citare la chiusa dell’intervista a Lady Pavone:

Le aziende italiane non hanno capito che in un periodo di rapida evoluzione come quello che stiamo vivendo, è lo stesso consumatore a fare la differenza tra successo e insuccesso di un prodotto.

Sempre sul Corriere Economia di oggi, Francesco Margiocco scrive di marketing virale con un un intervista al mio collega Andrea Signori e al sottoscritto.


Vivissimi complimenti a Marco, “bright, passionate founder of Blogosfere“, come dice Shel Israel. Non vedo l’ora di vedermi la puntata di Reporter Diffuso. Intanto domani pomeriggio cercherò di passare alla presentazione romana di Naked Conversation.


Sul nuovo blog di BAIA (Business Association Italy America), si segnala di un incontro sui wiki che si è tenuto a Fremont.

L’occasione è anche quella di presentare BAIA a chi fosse interessato alle relazioni d’affari tra Italia e Stati Uniti (soprattutto sul fronte californiano), oltre al fatto che questa associazione organizza periodicamente degli incontri molto interessanti. Per quanto riguarda Ad Maiora, abbiamo collaborato nell’approntamento del loro blog.

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Mettiamo subito il disclaimer: Samsung mi ha fornito il K5 per provarlo e, se volevo, per scriverne sul blog. Poi il fatto che il mio Zen mi sta abbandonando ha chiuso il cerchio! ;-) Ora il mio nuovo lettore MP3 è questo qui.

Il K5 si presenta bene, le rifiniture sono di qualità e lo trovo molto elegante nel suo nero assoluto. Il colore lucido è affascinate anche se poi memorizza perfettamente tutte le impronte degli utilizzatori meglio di quanto potrebbe fare una squadra di CSI. Il PC lo riconosce come disco esterno e quindi si possono copiare i file audio o video senza bisogno di installare nessun software. Occhio però che non funziona sul Mac.

Subito il punto di forza: un altoparlante nascosto che esce fuori facendo scivolare metà del corpo dell’apparecchio. Chiaramente non c’è da aspettarsi un suono da impianto hi-fi, ma può essere utile, ad esempio, per condividere la musica con qualcuno o, semplicemente, se non si ha voglia di indossare gli auricolari. Considerando che dispone pure di un sintinizzatore radio, il K5 è praticamente anche un ottimo “transistor” (così i miei nonni chiamavano le prime radioline portatili). A proposito di auricolari, queli forniti in dotazione mi sembrano di ottima qualità sia come costruzione che come resa sonora.

Ma come “suona” il K5? A me pare che privilegi un po’ troppo i bassi però mi riprometto di provarlo con altri auricolari e con differenti brani. Su questo non aiutano le funzioni di configurazione, limitate ad alcuni settaggi preimpostati senza possibilità di intervenire.

Mi piacerebbe che avesse qualche Gb in più (il K5 ha 4Gb di memoria), il microfono incorporato e fosse fornito di custodia. E poi qualche tonnellata di accessori perché adoro personalizzare le mie cose. Ecco lo sapevo di trasformare un post descrittivo in una wish list ;-)

Qui i link al sito del K5 e all’annuncio sul blog di Samsung.

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Considerato l’oscar di Internet, il Webby Award è arrivato all’edizione numero 11. La bella novità di quest’anno è la presenza di due italiani nella giuria internazionale: si tratta di Alex Giordano e Mirko Pallera di NinjaMarketing. Complimenti!

I fondatori di NinjaMarketing, che loro stessi definiscono “il primo blog/osservatorio sul marketing non-convenzionale, situato in un “covo” nascosto alle porte della Costiera Amalfitana“, spiegano così le motivazioni della loro partecipazione:

[...] “i nostri amici di New York – avendo nostalgia delle sfogliatelle e mozzarelle che gli abbiamo portato a maggio -, hanno pensato di invitarci ad uno dei premi più prestigiosi della creatività digitale mondiale: i Webby Awards.”

Non meno importante il loro auspicio:

vi facciamo una promessa: quest’anno faremo di TUTTO per far vincere all’Italia almeno un premio! A buon inteditor..

In bocca a lupo ad Alex & Mirko e, ovviamente, a tutti quelli che si iscriveranno.

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Interessante la riflessione di Robert Scoble sul valore dell’engagement, un nuovo parametro da considerare nella valutazione dei media, soprattutto quelli online. Engagement si può tradurre in diversi modi; a me viene “coinvolgimento” ma non rende del tutto il senso. Provo con uno degli esempi ciatati da Scoble, quello della conversazione con il grande Buzz Bruggeman di Active Words, il quale è finito sul popolare USA Today sviluppando però solo 32 download del suo software, mentre è bastato un link dal blog di Scoble per provocarne 400. Anche se molto popolare, il blog di Scoble non raggiunge certamente l’audience di USA Today, solo che interazione con esso è più coinvolgente, più orientata all’azione.

Anch’io posso segnalare casi del genere: mi capita di essere citato su quotidiani nazionali o altri media “popolari”. Ma nessuno ha mai sviluppato, ad esempio, le cento nuove visite che mi ha portato recentemente un semplice link su Hardware Upgrade. Così come un amico mi segnalò di aver ricevuto più iscrizioni ad un loro evento attraverso il mio blog piuttosto che dall’attività del loro media partner.

Si è parlato parecchio recentemente dell’influenza dei blog. Io credo che ogni valutazione in merito debba tener conto della differenza sostanziale di internet rispetto ai media tradizionali. I giornali si leggono, la radio si ascolta, la TV si guarda e si ascolta. Internet si usa. Ricordo anche una ricerca di Eurisko che chiedeva di esprimere un aggettivo riguardo ad interent e la maggiornanza rispose “utile”.

Ben venga quindi l’ultimo parametro messo in pista da QIX che rileva la quantità di link che ricevono i blog, analizzando però solo quelli presenti nei post e non considerando quelli nei blogroll. Sifry di Technorati mi disse che ci stavano lavorando e che prima o poi realizzeranno anche loro una funzione del genere. In realtà ne avevo suggerite anche altre, tra le quali un sistema che potesse pesare i link in ingresso in funzione dei parametri del sito originario.

Certo che elaborare dei modelli numerici su argomenti come l’influenza e il coinvolgimento di un blog è complicato e probabilmente senza una soluzione definitiva. Intanto possiamo lavorare su questo: come possiamo tradurre in italiano “engagement”?

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Ottimo post e relativa discussione su +Blog incentrata sulla domanda “perché leggiamo così tanto i blog personali?“.

Pur non seguendo praticamente nessun blog impostato specificatamente come un “diario”, credo che l’interesse per i blog personali sia espressa proprio sulla parola “personale“.

I blog ci permettono di riscoprire l’interesse per gli individui, per le loro passioni. Ci piace accreditare il “signor qualunque” poerché ci fidiamo sempre meno dei media tradizionali. Ci appassionano le storie che leggiamo perché sappiamo che non hanno secondi fini o filtri editoriali. Sicuramente c’è anche l’effetto “buco della serratura”, però credo prevalga il bisogno più o meno inconscio di guardare alla persona in quanto tale, che potrebbe essere il nostro vicino di casa o un dirigente di una grande azienda; e con un’altra persona ci possiamo confrontare, ci sentiamo ovviamente simili. Cosa che succede sempre meno con i media e con le aziende.


Ottimo post e relativa discussione su +Blog incentrata sulla domanda “perché leggiamo così tanto i blog personali?“.

Pur non seguendo praticamente nessun blog impostato specificatamente come un “diario”, credo che l’interesse per i blog personali sia espressa proprio sulla parola “personale“.

I blog ci permettono di riscoprire l’interesse per gli individui, per le loro passioni. Ci piace accreditare il “signor qualunque” poerché ci fidiamo sempre meno dei media tradizionali. Ci appassionano le storie che leggiamo perché sappiamo che non hanno secondi fini o filtri editoriali. Sicuramente c’è anche l’effetto “buco della serratura”, però credo prevalga il bisogno più o meno inconscio di guardare alla persona in quanto tale, che potrebbe essere il nostro vicino di casa o un dirigente di una grande azienda; e con un’altra persona ci possiamo confrontare, ci sentiamo ovviamente simili. Cosa che succede sempre meno con i media e con le aziende.


Il numero di ottobre di NetForum, il popolare mensile dedicato alla comunicazione online, dedica il servizio di copertina a Ad Maiora, con un sorridente sottoscritto. La foto è piuttosto brutta (evidente responsabilità del fotografato) ma il servizio interno è ben fatto e racconta l’evoluzione di GlobalKey, la nostra piattaforma per il search advertising. E poi ci sono tante foto di colleghe e colleghi senz’altro più fotogenici del loro presidente.

Con l’occasione (anche per evitare un altro post sul sottoscritto), segnalo che ho messo online il PDF dell’articolo sul search marketing inserito nell’annuale pamphlet di IAB Italia giunto quest’anno alla settima edizione. Ad agosto avevo chiesto sul blog un suggerimento sugli argomenti da trattare, ed ho poi raccolto alcuni degli interessanti commenti, compatibilmente con lo spazio che avevo a disposizione. Buona lettura!

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Pensavo alla giusta osservazione di Paolo di qualche giorno fa:

Sembrerebbe quasi che in Italia, al contrario di quanto stia indubbiamente succedendo in altri paesi, la blogosfera non abbia fatto emergere dei personaggi nuovi e veramente influenti, [...] ma dove sono i nostri Lo


Dopo aver annunciato l’uscita dal gruppo Incisive Media che, tra l’altro, gestiva il Search Engine Strategies e SearchEngineWatch, Danny Sullivan ha trovato un accordo e continuerà a gestire i SES per il 2007, almeno per quanto riguarda gli USA. Gli altri dovrebbero essere coordinati da Chris Sherman.

Della serie: non sono solo i calciatori o le popstar che annunciano il ritiro e poi continuano ;-)

 


Nuovo numero di 7th Floor, il mensile free press distribuito presso le aziende che è anche disponibile online in formato PDF. C’è anche un mio pezzo sui blog aziendali. Buona lettura ;-)

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Lo IAB Forum di quest’anno si preannuncia ancora più importante del precedente. Siamo passati a due giornate (8 e 9 Novembre) ed una serie di appuntamenti da non perdere. Sul sito dell’evento c’è il dettaglio di tutti i convegni ed i workshop, mentre su Blogosfere si trova il blog ufficiale.

Di primissimo piano il panel dei relatori, tra cui segnalo il ministro Gentiloni, Marco Testa, Giulio Malgara presidente di UPA, Derrick De Kerckhove, Luca De Biase che modererà una tavola rotonda. Chiaramente Layla farà gli onori di casa ;-)

Io presenterò la seconda giornata in qualità di vicepresidente di IAB Italia e modererò il workshop di chiusura sul search marketing.

Oltre 30 gli espositori tra cui, ovviamente, noi di Ad Maiora. Vi aspettiamo!

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Sembra stia rientrando l’allarme suscitato dall.art 32 della Finanziaria 2007 in merito alla riproduzione di articoli di riviste o giornali. Per un attimo sembrava infatti che anche i blog non potessero riprodurre anche piccole parti di articoli senza un relativo compenso agli editori.

In realtà sembra che la cosa non interessi i blog (lo spiega bene Luca Lodi) mentre è stato già stato presentato un emendamento a firma di Roberto Giachetti e altri.


Dopo alcuni mesi di assenza, torna ad esistere la rivista ZeroUno, titolando il servizio di copertina: Business e imprese: capire il potere dei blog.

Sono affezionato a ZeroUno; ricordo bene i primi numeri e mi sorprende che siamo passati “solo” 25 anni! ;-) Il nuovo corso arriva da un management buy out dei giornalisti (Direttore compreso) e preannuncia interessanti evoluzioni, tra cui un blog (per ora solo annunciato) che andrà ad affiancare il ricco sito web esistente.

L’articolo sui business blog è ben fatto, anche se non tutti i casi citati sono davvero rapprensentativi. Una parte dell’articolo è online e riprende l’evento di giugno che ha organizzato TILS (al quale abbiamo collaborato anche noi), riportandone diversi passaggi.

Un grande in bocca al lupo alla Redazione!

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Poster pubblicitario della Toyota beccato all’aeroporto di Newark.

 

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La gestione delle informazioni e del tempo è uno degli argomenti di discussione ricorrenti, sia in relazione alle attività professionali, sia a riguardo del vivere quotidiano. L’information overload è qualcosa che riguarda praticamente chiunque, provocando non solo il bisogno di saper gestire la mole crescente di contenuti (a volte, cercando di difendersi da questi), ma anche la necessità di sviluppare la capacità di accedere alle fonti giuste e scovare le informazioni pertinenti, facendolo altresì velocemente perchè la società moderna continua ad accellerare i suoi ritmi.

La "gestione del tempo" è un argomento affascinante e, mai come adesso, il tempo appare come la risorsa scarsa, la "materia prima" su cui si stanno combattendo le battaglie per conquistare i momenti di attenzione delle persone. In questo post vorrei dare qualche suggerimento per ottimizzare quello che, in definitiva, è il regalo più bello che riceviamo all’alba di ogni nuovo giorno: 24 ore di vita! E questo bene, sempre più prezioso e sotto una continua e crescente pressione, va difeso, organizzato, pianificato. Qui scrivo di cose che riguardano il tempo lavorativo (che in ogni caso impiega la maggior parte delle nostre ore quotidiane non passate a dormire), ma alcuni spunti credo abbiano un senso generale. Ultima premessa: certe indicazioni fanno parte dell’ABC della gestione del tempo e possono apparire scontate, ma la differenza la fa chi sa davvero applicarle! E allora, via con la lista delle 10 cose per ottimizzare il nostro tempo:

  1. Defininiamo le priorità! Non si può che partire da questo. Sembra banale ma dopo aver sbuffato il solito "non ho tempo", occorre porsi una domanda sola: "quali sono le 3 cose più importanti da fare adesso?". Tutto il resto distrae, stressa, confonde.
  2. Concentriamoci sulle "cose da fare adesso". In ogni "to do list" compaiono sempre due tipi di task oltre a quelli standard: "le cose da fare adesso" e "le cose che mi piacerebbe fare". In genere sono le ultime che prendono il sopravvento, non è vero? E’ normale ed umano, però occorre rigore nel concentrarsi lì dove occerre operare subito e lasciare "le cose che mi piacerebbe fare" per momenti migliori, quasi a farci un regalo dopo aver completato i task critici. Altrimenti il rischio è quello di alimentare la peggiore tra le categorie di task: "le cose che avrei dovuto fare".
  3. Gestiamo noi il tempo e non viceversa. Occorre rigore, autocontrollo, a volte un po’ di cinismo, ma non lasciamo che siano gli eventi o gli altri a gestire il nostro tempo.  Pianifichiamo le cose da fare, sostituiamo i "ne parliamo la prossima settimana" con "ne parliamo martedì prossimo dalle 15 alle 16".
  4. Non accumuliamo le informazioni: gestiamole! La nota regola aurea nella gestione dei sistemi informativi insegna che si dovrebbe sempre partire pensando al momento in cui le informazione verranno utilizzate e quindi, di conseguenza, progettare il modo per catalogarle. Rapportato alla Rete significa: è inutile memorizzare disordinatamente su Delicious tutto quello che ci sembra potrebbe avere una futura utilità; dedicare un minuto in più a schedare bene i bookmark, badando a farlo per i contenuti veramente utili, farà risparmiare moltissimo tempo al momento iun cui tali informazioni ci serviranno.
  5. Usiamo gli strumenti per le loro peculiarità. Abbiamo molti straordinari attrezzi a disposizione per comunicare: telefono, messenger, sms, email, ecc., a patto di utilizzarli per quello che sanno fare meglio. Non serve mandare una mail per un messaggio di cui si chiede risposta immediata: usiamo il messenger o un sms. Il telefono va usato quando si desidera sviluppare un dialogo e si vuole farlo subito, altrimenti meglio inviare una mail che: a) lascia una traccia digitale, b) permette al destinatario di scegliere il momento migliore per leggere e rispondere, mentre la telefonata viene, in un certo senso, subita da chi la riceve.
  6. Usiamo gli strumenti quando servono. Che senso ha lasciare il cellulare acceso in riunione e puntualmente rispondere alle chiamte in arrivo: "sono in riunione, chiamami dopo"? Meglio invece tenerlo spento (o non rispondere, il chiamante capirà) e abituare i propri intelocutori a inviare un sms per le cose veramente urgenti oppure una mail per quelle meno importanti.
  7. Attiviamo i "momenti della lettura". Ogni giorno abbiamo pagine web da approfondire , lunghe email da digerire, riviste e newsletter da leggere. Mettiamo tutto da parte, a meno che non siano cose veramente importanti, resistendo alla tentazione di darci comunque una sbirciatina (e qui ci vuole il rigore di cui al punto 2.); quindi troviamo i tempi giusti per smaltire queste informazioni. Chi viaggia spesso, ad esempio, passa molto tempo in aereo, treno o traxi che può essere utilizzato per leggere: sfruttiamolo! 
  8. Poniamoci dei limiti sulla quantità delle informazioni. Aggiungere un feed RSS al proprio aggregatore è facile, seguirne mille è impossibile (a meno che lo si faccia per lavoro). E questo vale per le newsletter da leggere, le conferenze a cui partecipare, ecc. La quantità di informazioni non potrà che continuare ad aumentare: a noi il compito di gestire una quantità più o meno definita di queste, rinnovando periodicamente il processo di selezione, accettando il fatto che fisiologicamente dobbiamo rinunciare a qualcosa. Ad esempio, io mi sono imposto un limite di 200 feed: ne aggiungo uno nuovo solo se ce n’è uno meno importante che posso cancellare.
  9. Difendiamoci dalle interruzioni. Si tratta di una delle battaglie più difficili: l’interruzione è continua, sembra un fenomeno irreversibile: invece può essere gestita con una buona dose di autocontrollo. Sta a noi gestire il nostro tempo. Ad esempio, impostiamo dei momenti "di clausura", in cui facciamo una e solo quella cosa, che sia anche "solo" riflettere; ma facciamolo davvero, resistendo sia alle muse delle "cose che ci piacerebbe fare", e impostando anche la giusta fermezza nel rispondere ad un collega (ma anche al proprio capo): "Mi sono organizzato per finire questa cosa in un’ora. Ci vediamo/sentiamo dopo". Tanto, a meno che non stia andando a fuoco l’ufficio, la maggior parte delle interruzioni riguarda argomenti che potranno tranquillamente essere analizzati successivamente, sempre a patto di schedulare opportunamente quando farlo.
  10. Ci vuole tempo per avere tempo. Qualsiasi cosa si vuole trovare bisogna prima cercarla! Il mondo moderno impone a tutti di ricalibrare il loro rapporto con le informazioni, resistendo a tutti i costi alla scontata soluzione di "lavorare di più". Cerchiamo invece di "lavorare meglio"! Occorre un po’ di applicazione, una certa disciplina, e la capacità di assegnare adeguatamente le priorità. Nessuno dice che è facile, anche perché non esiste una pillola per sopravvivere all’information overload. E spero non esisterà mai!

Questo post è stato ispirato in parte da Luca De Biase che di recente ha scritto di spezzettamento del tempo e di interruzioni; purtroppo non sono riuscito a ritrovare il link. Luca ha riportato online il pezzo che aveva scritto per Nòva (grazie!), aggiungendo un paio di riflessioni, tra le quali:

Al posto del tempo libero, destinato al consumo, vorrei il tempo da liberare destinato alle relazioni con gli altri

che è in sintonia con i commenti che ci siamo scambiati qui con Giuseppe.


Oggi mi sono preso un pomeriggio free qui a New York. Dovevo trovare dei vestiti per Halloween per i miei ragazzi e alla fine ho beccato Halloween Advertures, un negozio enorme dedicato solo ai costumi. Ho trovato anche un cappellino da maghetto per il mio cane!

Ma la vera goduria è stato il pranzo da Sushi Samba, probabilmente il jap con i rolls più buoni e originali che abbia mai mangiato. E’ un ristorante fusion di grande effetto: atmosfera e musica sudamericana, cibo giapponese con qualche vezzo latino americano. Fantastico.

Tra l’altro dovevo riprendermi da ieri sera quando, rientrando in albergo, sono passato davanti al SEO Sushi. No dico, potevo esimermi da mangiare qualcosa? Probabilmente era un SEO black hat ;-) , ma non ho mangiato benissimo. Anche la foto è non è venuta bene ma il posto proprio non meritava di dedicarci altro tempo.
 (Nota: per chi non è del settore: SEO è l’acronimo di Search Engine Optimization).


Roma, “la città più bella del mondo“, parole di Bruce Springsteen nella serata che ha chiuso il suo ultimo tour italiano.

Non me la sento di fare una vera e propria recensione, altrimenti scrivo un poema :) , giusto qualche flash:

  • Questa tournee è naturalmente coerente col disco e con l’attuale band: quindi country & western a volontà fino a sconfinare su atmosfere di derivazione folk irlandese. Quindi non credo abbia senso fare un paragone con gli altri concerti del Boss, specie quelli con la legendary E-Street che rimarranno “non confrontabili” con niente di umano :)
  • Ci si diverte, si balla, si canta. E’ una festa, un party, condotto da una poderosa band di ben 17 elementi (la diciottesima è Patti Scialfa, moglie di Bruce, che è tornata dai figli una settimana fa). La sezione fiati è fantastica, i due violini moderni e precisi, eccellenti i vocalist.
  • Perccato che l’acustica è quella inevitabilmente rimbombante del Palaeur (si, non mi viene proprio chiamarlo Palalottomatica). Qui avrò visto almeno trenta concerti negli ultimi trenta anni e ne ho sentito giusto un paio con il suono come si deve.
  • Ma Bruce quando invecchia? Beh, non fa le scemate scenografiche dei tour con la E-Street, ma è comunque in gran forma. Voce fantastica, trascina come al solito.
  • In definitiva: uno spasso, due ore e mezza tutte di fila, divertimento puro. Anche i (pochi) brani del vecchio repertorio del Boss sono rivistati in chiave traditional. My City Of Ruins commuove, Atlantic City sembra nuova, The River la dedica a Roberto (forse Zaccagnini de Il Messaggero?), e poi la vecchissima Growin Up; ricordo che anni fa a Milano la presentò dicendo in italiano: “siamo cresciuti insieme!”. You’re right man.

 

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Prima vi riporto la citazione:

"Consumers are beginning in a very real sense to own our brands and participate in their creation. We need to learn to begin to let go"

Poi vi dico che l’ha detta A. G. Lafley, il CEO di Procter & Gamble durante l’annuale conferenza della Association of National Advertisers. Altri dettagli su The New York Times (occorre registrarsi gratuitamente).
(via IAB SmartBrief)

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Samsung K5 Momento frizzante, sto per spegnere il pc e andarmi a godere il concerto di Springsteen, domani parto per New York per lavoro e Samsung non poteva farmi regalo migliore che chiedermi di provare il nuovo K5, un affascinante lettore MP3.

Oggi ho lasciato che facesse il suo figurone sulla mia scrivania, mentre ero prontissimo a rispondere alle domande dei curiosi sul “coso nero”. “Coso” che appena acceso si trasfroma in un oggetto da toccare e poi da sentire quando fai scivolare fuori l’altoparlante interno.

Avro tante ore di aereo per spremerlo come si deve e poi aggiornerò da queste parti.

 

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Da segnare: 13 ottobre a Milano, ore 11.30. Edelman e Technorati organizzano un incontro  dal titolo “Top of the blogs : gli influenti della blogsfera italiana“. Si parlerà della partnership esclusiva tra le due aziende e dei risultati di un sondaggio che ha coinvolto oltre cento blogger italiani.

Oltre al survey online, cinque blogger sono stati intervistati di persona e molto probabilmente parteciperanno all’evento. Non vi dico chi sono: a) per non rovinare la sorpresa, b) per non rovinare (ehe eh) la simpatica polemica innescata su Daveblog con la partecipazionme di Selvaggia Lucarelli.

Io putroppo sarò a New York per lavoro e non ci sarò ma Ad Maiora sarà rappresentata superdegnamente da Andrea Signori.

UPDATE (13.10): Steve Rubel dà un’anticipazione dei risultati dell’indagine online


Oggi mi trovate nella rubrica ”salotto web” della rivista Internet Magazine in compagnia di Marco Montemagno e Matteo Balzani. Tre le domande a cui abbiamo risposto:

  • Diretta e senza scampo: con i blog è possibile “fare soldi?”
  • Se dovessi immaginare un modello di business, dunque di profitto, per iblog a quali penseresti?
  • Pensando ad un prossimo futuro, quale evoluzione vedi nel modello editoriale dei blog? Pensi rimarrà sempre lo stesso?

Qualcuno mi ha fatto notare che nella rivista con il servizio di copertina dedicata ai ranking sui motori di ricerca, io intervenga sul tema dei blog… Eh, i tempi cambiano! ;-)


SMAU - Worshop su blog e aziende La cornice è stata il nuovo SMAU, il workshop è stato quello su blog e aziende organizzato da Blogosfere insieme a noi di Ad Maiora, il resto lo stanno facendo i partecipanti, alimentando la discussione e riportando i contenuti. Insomma: il bello viene adesso! ;-) Vado quindi a citare:

  • Lele che ha registrato quasi tutto (e al quale ho rubato la foto)
  • Marco che riporta parecchi degli spunti interesanti emersi durante la mattinata
  • Sul blog SMAU di Blogosfere ci sono un paio di foto ma dovrebbe essere postato anche il video dell’evento; interessante un commento al post su Blogosfere sui problemi analoghi tra aziende e partiti nell’affrontare un blog.
  • Poi Massimo Dotcoma che era in prima fila, addirittura con due post ;-)
  • Invece Massimo Manteblog non c’era, ma sta ascoltando i podcast (grazie per l’apprezzamento)
  • Infine (per ora) mi piace segnalare un ottimo post sul blog personale di Andrea, tra i relatori di ieri, sul rapporto tra marketing aziendale e blog.

Se poi volete divertirvi, ho messo on line le mie slide (PDF, 1mb circa) così potete abbinarle all’audio dal sito di Lele.

Update (11.03): Tutte le registrazioni audio anche su Radio Radicale.

Update (12.05): L’intervento di Marco, tutti i link di altri blog.

Update (7 ott, 9.08)

  • Altri post sull’argomento di Alberto, Vincenzo su DigitalPR e poi Luca che approfondisce l’argomento blog=dono che ha caratterizzato anche il suo ottimo intervento (as usual) al convegno.
  • Con l’occasione, volevo ringraziare tutti i segni di stima ed i complimenti ricevuti: so che a volte do’ l’impressione di non considerarli e non ringrazio mai abbastanza; è che da una parte mi imbarazzo e dall’altra… sto già pensando alla prossima cosa ;-)
  • Un’altra cosa che non ho potuto fare de visu: la presentazione iniziale di Marco è mooolto ben fatta: la velocità con la quale ha costruito il video rappresenta bene il mood con cui si muove la Rete oggi, ed i punti evidenziati sono tutti quelli rappresentativi per sintetizzare in meno di dieci minuti i fenomeni in atto. Ancora bravo! ;-)


Da segnare sul calendario: giovedì prossimo (5 ottobre) alle 10.30 si terrà il convegno “Blog e Informazione: quali opportunità per le aziende?“, organizzato da Blogosfere insieme a Ad Maiora nell’ambito di SMAU.

Interverranno: