Leggevo su DailyNet di giovedì scorso la critica di Igor Righetti alla qualità dei contenuti dei blog espressa, come suo solito, in modo inutilmente esagerato (“Roba inutile in quanto personale che soddisfa soltanto la megalomania di chi li scrive”). Non è la prima invettiva contro i blog e non sarà certamente l’unica; anzie ne vedremo ancora di più banali e strumentali (ricordate quando internet era solo un covo di pedofili?). Ovviamente le critiche arrivano da chi non legge i blog o semplicemente non è stato capace di trovare quelli interessanti.

Qui non si difende la qualità assoluta dei blog, ma un dato di fatto che troppo spesso sfugge: i blog non sono un media nel senso tradizionale del termine; sono invece la voce di singole persone. Che piaccia o no, il mondo è fatto di individui diversi. Per cui trovo sciocco giudicarne le capacità espressive complessive. È come recarsi ad un party o in discoteca e sindacare sulla qualità dei contenuti dei presenti e del modo con cui li esprimono; peggio ancora, prendere questi esempi per giudicare la qualità di ogni aggregazione di persone. Discernere sui blog schernendo le pagine di un teenager è sbagliato perché (i) non rappresentativo, (ii) offensivo nei confronti di persone che hanno tutto il diritto di esprimersi come gli pare a casa loro, (iii) incapace di leggere la dimensione e l’influenza dell’audience che comunque li segue.

L’analisi dei blog non può prescindere dal considerarli espressione di singoli individui. Quindi, nessuna casta, nessun gruppo, nessuna categoria di “tecnologici”. I blog sono la voce di tante persone. Giudicateli/giudicateci per questo, please. Altrimenti fatevi spiegare meglio il fenomeno! ;-)

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41 commenti per “Giudicare i blog è discernere sulle persone”

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