Ho notato una cosa: l’ampiezza del contesto nel quale si inserisce un qualsiasi argomento è direttamente proporzionale all’età della persona che ne parla, o meglio, alla sua esperienza. Mi spiego con un esempio. Sto leggendo un libro che parla di blog di un autore americano credo over 50 o giù di lì; ebbene, nel momento di inserire il “fenomeno blog” nella giusta casella nell’evoluzione della comunicazione, lo scrittore va a recuperare addirittura Gutemberg e l’origine della scrittura. Viceversa, noto che agli autori più giovani viene generalmente meno naturale “allargare il contesto”. E questo a prescindere dall’argomento.


Mi permetto di ritenere la capacità di contestualizzare un vero e proprio indice di maturità. Chiaramente è un discorso fatto in senso generale, sapendo che a volte si tende ad esagerare anche con gli “scenari” e con improbabili ricorsi storici. Però lo sforzo di guardare #147;out of the box” ogni situazione aiuta terribilmente a definire meglio i contorni e ad intuire i possibili sviluppi.


Ad un seminario a cui ho assistito un paio di anni fa, ricordo molto bene l’esemplificazione della qualità di “alzare il livello” verificando lo sguardo di una persona. Se gli occhi sono orientati spesso verso l’alto, state pur sicuri che vi trovate di fronte un individuo in grado di guardare oltre il suo naso e, per tornare al tema iniziale, di inquadrare un argomento in funzione di un contesto allargato.

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6 commenti per “Il contesto misura la maturità”

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  1. Maurizio Goetz scrive:

    Condivido il tuo pensiero Mauro, il tema l’ho affrontato in diversi post. Ritengo la specializzazione oltre un dato livello controproducente, tanto che nella cultura mitteleuropea chiamano un iperspecializzato che lavora a compartimenti stagni “Fachidiot” ovvero un idiota specializzato. La specializzazione senza la capacità di “contesto” non è quasi mai in grado di produrre innovazione e fertilizzazione incrociata.

  2. ultrainternet scrive:

    mi sembra una giusta riflessione. Un saluto dall’Arcanave ai cui voli ti invito

  3. Q scrive:

    Lo credo bene. A cinquant’anni, ne hai viste di cose. Se a venti avessi la capacità di contestualizzare un evento al pari di un cinquantenne sarei su tutti i giornali scientifici e anche su “Novella 2000″ (ammesso che esista ancora). Si tratta di esperienza e cultura, tutte cose che si accumulano col tempo.

  4. sTeNo scrive:

    simpatica quella cosa sugli occhi e sul dove si guarda…
    a riguardo cito un libro interessante:
    “perché mentiamo con gli occhi e ce ne vergognamo con i piedi”
    davvero carino.

  5. enore savoia scrive:

    Caro Mauro
    Bella riflessione e scritta tra le righe per chi vuole intendere !
    Sono un blogger over 40

  6. Federico scrive:

    Mauro, d’accordo con te sulla facilità di apprendimento delle nuove generazioni. Aggiungo una riflessione che per me è l’altra faccia della medaglia. Penso che i più giovani apprendano rapidamente perché “si aspettano” che un’applicazione metta loro a disposizione una data funzionalità in un dato modo. Ovvero: è la modalità d’uso (usabilità+funzionalità) che è divenuta sempre più standard. Il “learning by doing” non parte da zero: se hai provato e sviscerato ICQ, saprai usare Messenger e scoprirai da solo le cose che “fa in più” rispetto al suo predecessore, e così via. Per queste applicazioni è in atto una sorta di evoluzione darwiniana, guidata dall’ambiente esterno (=mercato) che determina il successo o l’insuccesso di una innovazione.
    Ma…
    per gli inventori sarà sempre più difficile operare delle rivoluzioni, sarà sempre più difficile diffondere novità radicali rispetto al passato.
    Ma se è di molte novità “rivoluzionarie” che è fino ad oggi stata piena la storia della Rete, da oggi in avanti poterbbe essere anche meno facile per “chiunque” avere un’idea geniale e portarla avanti, magari partendo con pochi soldi da un laboratorio in un garage, ai tempi del college, etc.
    Saranno insomma le più lente evoluzioni rispetto a ciò che esiste già, che avranno più possibilità di diffondersi sul mercato.

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