(disclaimer: si parla di Ad Maiora; avvertiti eh!)

COSA Cars Online Search AnalysisSono davvero entusiasta di parlare di COSA (Cars Online Search Analysis], il primo studio al mondo (che io sappia) che analizza come vengono cercati i brand automobilistici su internet. La notizia è di ieri e già vola online (in Italia e all’estero) ma visto che riguarda Ad Maiora non volevo bruciare la notizia proprio col mio blog ;-) sul quale peraltro avevo già preannunciato qualcosa.

Non mi dilungo nel presentare la ricerca qui; il comunicato stampa è dettagliato e chi fosse interessato a saperne di più può scrivermi o inviare un form dal nostro sito. Trovo solo importante segnalare che COSA mostra come la maggior parte delle ricerche riguarda le fasi di "decisione" o "acquisto" e che ogni costruttore ha un preciso posizionamento sul mercato agli occhi degli utenti online.

È una ricerca innovativa, stimolante e che ci ha incuriosito moltissimo. Ed è solo la prima di una serie che, spero, sarà lunga. Ringrazio molto i colleghi che hanno contribuito al progetto COSA, in particolare Chiara, Emiliano ed Enzo, oltre al team di Virgilio con il quale abbiamo avviato una collaborazione specifica proprio per questi studi. Un ringraziamento ovviamente anche ai primi committenti: FIAT, Alfa Romeo e Lancia.

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9 commenti per “COSA: il primo studio su come vengono cercati i brand automobilistici online”

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  1. thomas scrive:

    dopo iab day avevo sentore che avreste iniziato a sviluppare progetti stra-interessanti come questo! complimenti
    thomas

  2. Roberto scrive:

    Ricerca molto interessante e mi complimento con il tuo team di sviluppo. Finalmente un progetto italiano utile e importante, a dimostrazione che non solo i colossi come Google hanno idee e/o soluzioni innovative…
    Una domanda Mauro, ma AdMaiora con questo progetto non potrebbe diventare un concorrente di Nielsen NetRatings, oppure di un Google Zeitgeist versione futura?
    Ciao

  3. Mauro Lupi scrive:

    Roberto, Nielsen NetRating (ma anche Hitwise o Commscore) fanno delle analisi sulle query basandosi su di un panel. Questo garantisce una rappresentatività socio-demografica e le relative elaborazioni, ma non può arrivare alla “lunga coda”, ossia l’analisi di “tutte” le query in grado di rappresentare i dettagli delle richieste. Allo stesso modo, i vari Zeitgeist o Y!Buzz mostrano la punta dell’iceberg, interessante senz’altro, ma solo per macro indicazioni.
    Grazie per i complimenti!

  4. Roberto scrive:

    Anch’io sapevo questo, ma intendevo se un domani le aziende tipo Nielsen o sopratutto Google, con il suo servizio gratuito Analytics, riusciranno a darci anche analisi sulle singole query divise per settore. Tempo fà avevo trovato un sito americano che forniva questo servizio ma non saprei dirti l’attendibilità (comunque se ritrovo il link lo comunico per verificare).

  5. mattia scrive:

    il fatto di aver un panel però garantisce che ogni utenti ha un peso unico. se io ripeto la stessa keyword 20 volte, il mio peso sul totale diventa 20, si pensi ad esempio ai controlli sul posizionamento. ma magari è un “problema” meno presente su virgilio, ma in fase di data cleaning (una delle fasi più critiche dell’analisi dei dati) va comunque considerato.
    ma questo tipo di ricerceh di mercato non dovrebbe essere un’attività normale per le agenzie di seatch engine marketing? se si prepara una campagna per un sito ecommerce, ad esempio cellulari, si controllano le kw più ricercate, quindi i brand e i prodotti più cercati (ad esempio gli auricolari). queste indicazioni poi possono essere usate per pianificare gli acquisti futuri.
    qual è la vera novità di questo vostro lavoro? ovviamente complimenti, non voglio certo sminuire quello che avete fatto, ma dal comunicato stampa sembra che la novità sia il fatto di aver usato virgilio al posto di inventory di overture (quindi più dati), e di averlo fatto per un’azienda che non vende online…..non che sia poco, ma detta così sembra più una piccola variante di un’attività “normale” piuttosto che qualcosa di nuovo.

  6. Mauro Lupi scrive:

    @mattia: nell’analisi delle keyword fatta per i progetti di search marketing, si punta in genere a identificare quelle più gettonate perché ovviamente sono quelle a maggior traffico potenziale (noi la chiamamo “the top of the tail”). Una ricerca come la nostra, punta invece a individuare le “mappe degli interessi” espressi attraverso “tutte” le query (“the long tail”); ovviamente per “tutte” intendo una quantità che sia rappresentativa non solo della popolazione online ma anche del totale delle query. Nel caso specifico, ad esempio, abbiamo elaborato oltre un milione di query e circa 20.000 keyword univoche (al netto di tutto il lavoro di pulizia a cui accennavi anchete), numeri che molto raramente sono gestiti nell’ambito di un progetto di search marketing.
    Certo che con queste analisi in casa, possiamo dare un valore in più ai nostri clienti, ma questa è un’altra storia ;-)

  7. Roberto scrive:

    Rispolverando il mio bookmark ho ritrovato alcuni link di siti che propongono servizi di reports di vari settori. Cosa ne pensi Mauro?
    http://www.emarketer.com
    http://www.jupiterresearch.com

  8. Mauro Lupi scrive:

    Emarketer essenzialmente aggrega statistiche di altri.
    JupiterResearch fa delle ricerche (o meglio dei survey) interessanti anche se con panel non sempre molto grandi; ultimamente ha perso Gary Stein che era l’analista di punta sul search marketing.
    Tra l’altro, mi pare che tra le due aziende ci sia anche un contenzioso (oddio, non sono sicuro che questa cosa sia pubblica…)

  9. luca scrive:

    Bell’articolo……quando ce vo’…ce vo’

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