Sono online le registrazioni video dell’evento Alchimie Interattive & Webchallenge, oltre a delle interviste esclusive ai relatori. Io sono intervenuto come IAB per parlare di riche media. Non ho avuto molto temo per vedere bene il sito (daltronde io al convegno c’ero), ma l’idea del book virtuale da sfogliare mi sembra molto carina. Buona visione!

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9 commenti per “I video di Webchallenge”

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  1. Filippo Ronco scrive:

    Caro Mauro – mi permetto di darti del tu – intanto complimenti per il tuo intervento video che ho seguito con grande interesse, così come quelli degli altri relatori (l’account di google deve decisamente rinnovare il suo vocabolario e trovare qualche sinonimo per la parola “tendenzialmente”).
    Ti scrivo rapidissimamente – con la promessa di ripassare per conoscere meglio te e il tuo blog – per farti due o tre domande.
    Alla luce del tuo intervento video, ti chiedo, vedi uno spazio in futuro per editori “verticali” entro il milione di pagine viste / mese ? Oppure pensi che il mercato pubblicitario si concentrerà solo sui maggiori siti generalisti ?
    Cosa suggeriresti ad un editore per migliorare la vendita di pubblicità online sul suo portale ?
    Tecnicamente, sai quale tipo di compresisone e tecnologia è stata utilizzata per mettere online gli streaming dei video che hai segnalato ? Con il mio portale mi sono fatto promotore – credo per primo in europa – delle degustazioni online, ormai già superate. Lo facemmo nel 2002. Da lì in poi, abbiamo sempre implementato contenuti multimediali ed ora, alla luce del tuo post, credo punteremo anche su queste nuove forme di pubblicità video.
    Il problema oltre che la banda, fino ad oggi era anche l’enorme spazio utilizzato dai codec per la compressione di un file di buona qualità. Grazie e buon lavoro.
    Filippo Ronco

  2. Mauro Lupi scrive:

    Ciao Filippo e grazie per i complimenti x l’intervento. Da queste parti capita anche il “PR man” di Google che sicuramente riporterà la tua osservazione.
    Arrivo alle domande, girando subito quella sulla tecnologia di compressione a Softpeople/Netpeople (Giovanni ci sei?) che ha organizzato e preparato l’evento; loro sono gli esperti, io ne so poco di tecnologie video.
    Sono molto scettico sul poter mantenere un sito sotto il milione di pageviews/mese (probabilmente anche sotto i 2-3 milioni) a meno di avere un break-even bassissimo che ripaga i costi e sostiene non più di una persona. Ammesso di vendere tutto il milione di impression, realisticamente si possono realizzare non più 2-3000 euro lordi. Forse a questo punto meglio AdSense che in genere sviluppa in media 1/1.5$ ogni mille pageviews, ma non necessita di cercarsi gli inserzionisti.
    Ok, non è un gran bello scenario per gli editori verticali (e per chi fa contenuti di qualità), ma credo che sarà sempre peggio: da una parte la quantità dei contenuti digitali gratuiti continua ad aumentare enormemente (oltre agli user generated content, aggiungerei quelli prodotti dalle aziende), dall’altra diminuisce percentualmente l’attenzione riservata ad ogni singolo editore.
    Non mi illuderei sulle storie di qualche blogger diventato milionario. Questo può avvenire solo per contenuti rivolti agli USA e comunque per “uno che ce la fa” ce ne sono migliaia che ricevono i loro buoni 1000 dollari al mese (quando va bene) con AdSense.

  3. Filippo Ronco scrive:

    Il discorso – drammatico – vale anche se sei al vertice della tua categoria come visitatori e pagine viste ? Grazie ancora per la tua gentile risposta.

  4. Mauro Lupi scrive:

    Credo che il punto non siano i valori relativi al proprio settore ma i valori assoluti. Sulla rete si tende ad uniformare il valore di una impression indipendentemente dalla qualità dei contenuti che la ospitano; o coumunque il range di minimo/massimo è limitato.

  5. Filippo Ronco scrive:

    Bè, questo equivale a dire che il valore di una campagna condotta su un portale generalista è equivalente a quello di una campagna condotta invece su un portale verticale. Non credo sia un’interpretazione corretta. Credo invece che i portali verticali, almeno quelli ben fatti e di grande traffico, costituiscano un patrimonio molto importante per l’advertising online poiché – a differenza dei generalisti – offrono campagne targetizzate alla fonte poiché targetizzato è il loro utente tipo.
    Più concretamente, mi chiedo, un’azienda che per esempio produce cosmetici, ha maggior interesse a promuoversi su un portale generalista (es. quotidiano, grande provider) oppure su un portale di cosmesi in grado di mettergli a disposizione un’utenza già potenzialmente interessata al messaggio pubblicitario ?
    So bene che l’advertising è un fenomeno di massa e, come tale, punta più alla quantità che alla quantità. Trovo comunque che sia un errore sottovalutare l’importanza che alcuni “piccoli” (parlo sempre di soglie vicine al milione di p/v) possono rivestire come protagonisti del futuro dell’adv online.
    Non so, nel mio settore – enogastronomia – vedo affollarsi su pochi siti verticali d’informazione il totale degli investimenti pubblicitari delle aziende di questo settore mentre non vedo alcuna campagna condotta su siti generalisti. Pul essere che alcuni settori prediligano spontaneamente campagne mirate a campagne generaliste ?
    In ogni caso, grazie davvero molto per il confronto, continuerò a seguire il tuo ottimo blog. Ciao.

  6. Filippo Ronco scrive:

    Ah, un’ultima cosa, importante.
    IAB Italia, oltre all’ottimo lavoro fatto per i formati dei banner, pensa di fare, o ha fatto, qualcosa per standardizzare i prezzi dell’advertising online.
    Credo che sia ancora molto attuale il fenomeno “giungla dei prezzi” presso una moltitudine di micro-editori che non si informano e non hanno validi parametri di riferimento se non i diretti concorrenti nel proprio settore.
    Alcune indicazioni in merito da parte di IAB sarebbero preziosissime per molti editori che non si appoggiano ad una concessionaria.
    Ritengo, in ultima analisi, che IAB italia dovrebbe svolgere un ruolo guida per tutto il mondo dell’editoria online, senza concentrarsi solo sui soci che fanno parte del gruppo.
    Tornando al tuo commento precedente, il panorama drammatico da te prospettato potrebbe cambiare con l’aumento – auspicato – dell’advertising online.
    Aumento degli investitori = aumento della domanda = aumento dei prezzi dell’adv.
    Troppo semplicisitico ? Ciao, Filippo.

  7. Giovanni Pola scrive:

    Ehilà!!
    Chiamato in causa, anche se con ritardo mostruoso, provo a rispondere all’amico Filippo Ronco riguardo all’encoding dei video, ma purtroppo è una risposta assai autoreferenziante… la piattaforma utilizzata infatti è un CMS evoluto di contenuti multimediali distribuito in Italia in esclusiva da Softpeople. La cosa bella di questa piattaforma è che permette a CHIUNQUE, anche non tecnici (come me) di elaborare i contenuti video e gestirne l’encoding (l’ottimizzazione del bit-rate, cioè della compressione del video) in tempo reale in maniera veramente immediata.
    Lo streaming invece è appoggiato alla infrastruttura di Esperia, l’unità operativa di Softpeople specializzata in questi servizi.
    Ciao e a presto!

  8. Massimiliano scrive:

    Ciao Mauro
    commento un tuo vecchio post per segnalarti un video blog a mio modo di vedere davvero interessante per almeno tre ragioni:
    1 – e’ originale!
    2 – e’ un blog “commerciale”, di marketing, di supporto EPR… insomma un modo di utilizzare i BLOG per fare business
    3 – e’ endorced nel valore del brand… richiamando il suo aspetto vintage ma declinandolo ed attualizzandolo con il lancio del nuovo prodotto.
    … insomma avrei voluto pensarci io :(
    http://www2.warnerbros.com/supermanreturns/videoblog/
    che ne pensi?

  9. Mauro Lupi scrive:

    E’ bellissimo! Non solo esteticamente. Ottima segnalazione, grazie.

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