Jack Welch, stando a quanto è riportato sul sito del World Business Forum, è il manager più ammirato al mondo, ed è facile essere daccordo con questo. La passione e la lucidità con la quale parla di management sono impressionanti, la convinzione con la quale espone le sue vision è di una semplicità disarmante ma di un’efficacia estrema. Secondo me è l’incarnazione vivente di quel vecchio detto: “ragiona come un saggio ma parla come la gente comune”.

Durante la sessione di domande/risposte non ho resistito ed ho posto questa domanda: “che opinione ha dell’aumento di potere dei consumatori attraverso l’uso delle nuove tecnologie, il word of mouth ed il word of mouse ?” Mi sa che non se l’aspettava e la sua risposta è stata un po’ di circostanza, citando qualcosa a riguardo della necessità delle aziende di essere sincere. Comunque neanche io mi aspettavo la sua conclusione che è stata: “E secondo te ?”. Wow, insomma, ho dovuto rispondere a Jack Welch! Cosa che ho fatto brevemente, affermando che vedo un nuovo media “around us” che è fatto dagli utenti e che tale media può rappresentare un competitor per le aziende.

Tra le indicazioni più dirette di Welch, segnalo:

  • Principali criteri per la selezione del personale: a) passione, b) capacità di fare le cose rispetto al solo parlarne
  • le tre cose più importanti a cui badare in azienda: a) cosa dicono/pensano i dipendenti; b) cosa dicono/pensano i clienti; c) il cashflow
  • la cosa più inutile e dannosa in azienda sono i budget
  • l’importanza del CFO è nulla rispetto al capo delle risorse umane

Prima di Welsh è stato il turno di William Ury che ha parlato di negoziazione, un tema che mi è molto caro e che è stato affrontato con la nota verve e competenza.

Clinton Nel pomeriggio c’è stato il collegamento via satellite con William J.Clinton. Il solito faccione ma un’attività molto diversa da quando lo ricordavamo Presidente degli USA, tutta dedicata all’attivismo umanitario attraverso una sua fondazione (che finora ha raccolto 1,3 miliardi di dollari) e per via di vari incarichi dell’ONU. Nonostante abbia evidenziato problemi enormi (le malattie e la fame, il terrorismo, ecc.), si è dichiarato ottimista in particolare per l’esistenza e la diffusione di due cose:

  • internet, come vettore di discussione e come opportunità di fund raising
  • le ONG a cui, secondo Clinton, occorre dare fiducia perché sono il miglior driver per gli aiuti umanitari rispetto agli interventi dei singoli governi

A concludere il World Business Forum, la strategia Oceano Blu di Renné Mauborgne, il cui libro è attualmente il più venduto testo di management al mondo e che, in alcune nazioni asiatiche, se la batte con Harry Potter nella classifica dei best seller. In realtà il concetto è semplice: “spostare la competizione su mercati inesplorati”, in modo da creare fenomeni e prodotti innovativi come l’iPod o, a suo tempo, il walkman di Sony. La novità della strategia Oceano Blu è che si basa sullo studio di centinaia di casi aziendali di successo dell’ultimo secolo e che sembra aver individuato alcuni punti di contatto tra loro. Nel frattempo, ho messo il libro della Mauborgne in cima ai prossimi da leggere.

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4 commenti per “World Business Forum day#2”

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  1. antonello scrive:

    Tu devi essere il signore che ha posto la domanda a Welch in italiano ed ha poi replicato in fluente inglese.
    Concordo con te sull’entusiasmo per la Mouborgne. Tuttavia la sua teoria non mi appare originalissima. Se ha assistito all’edizione dello scorso anno ricorderai il nucleo della nuova visione di M. Porter sulla catena di valore: per essere vincenti bisogna aggirare la concorrenza passando da competing to be the best a competing to be unique (dall’oceano rosso delle best practices care a Welch all’oceano blu dell’innovazione di valore di Kim e Mouborgne). Comunque ti confermo che Strategia Oceano Blu è veramente interessante.

  2. alessandro l.b. scrive:

    Mauro, molto intreessante, e vera, la tua vision. Un nuovo media fatto di utenti
    che compete con le aziende. E interessante sarà la risposta delle aziende.
    Il libro lo sto leggendo anch’io. 2 su 3… siamo mica asiatici?
    Ho già letto il case sull’invenzione di un nuovo vino: il “yellow tail”.
    Cmq, va letto. c’è sempre bisogno di un sano ottimismo.

  3. Maurizio Goetz scrive:

    Grazie per la segnalazione, ho già inserito il testo nella mia wish list

  4. Marco Fontebasso scrive:

    Ho appena terminato anche io di leggere il libro, ce l’avevo, come tanti immagino, da un po’ sulla scrivania…
    Credo sia davvero interessante la tesi, anche se quando leggo questi testi penso spesso che non esiste lo spazio per un “oceano blu” in ogni settore.
    Uno degli spunti che mi ha colpito è il richiamo alle teorie di Schumpeter e altri sulla genesi dell’innovazione.
    Sono perplesso su quanto l’idea possa comunque fare presa in un contesto come quello italiano di oggi.
    Ciao

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