Google ha rilasciato su AdWords la nuova funzione per selezionare i siti affiliati su cui far comparire i banner pubblicitari. Modello di prezzo CPM e non il tradizionale (per Google) CPC. Sui siti del network di Google, compariranno quindi inserti pubblicitari (grafici e non) pagati dagli inserzionisti con modelli di prezzo differenti. La domanda è: con quali criterii verrano esposti e ordinati gli annunci? Riporto solo una parte della specifica risposta che compare sulla completissima guida online di AdWords:

AdWords utilizza un sistema basato sul CPM effettivo o eCPM per effettuare un confronto e determinare il posizionamento.

Nel caso degli annunci basati su parole chiave, il sistema di posizionamento automatico di AdWords considera il costo per clic (CPC), la percentuale di clic (CTR) e altri fattori pertinenti dell’annuncio, tutti sulla base di 1000 impressioni. Il risultato è ciò che si chiama eCPM dell’annuncio, ossia il costo effettivo per 1000 impressioni.

Per qualsiasi posizione disponibile dell’annuncio, i valori eCPM degli annunci basati su parole chiave vengono confrontati l’uno con l’altro e con i valori CPM massimi degli annunci idonei con targeting per sito. L’annuncio meglio classificatosi otterrà la posizione più elevata e verrà visualizzato per l’utente.

Tutto chiaro? Ok, non ci vuole uno scienziato per capire come funziona, ma andatelo a spiegare ad un inserzionista!

Da tempo Google è sotto i riflettori del mondo pubblicitario per la sua più volte palesata intenzione di disintermediare l’advertising e, in parte, questo sta già avvenendo. Naturalmente ciò genera preoccupazione soprattutto da parte delle agenzie di comunicazione tradizionali, mentre i nuovi formati grafici con l’asta sul CPM creano qualche grattacapo ai publisher online.

A me sembra invece che, più che disintermediare, si stia di fatto rendendo sempre più necessario il supporto delle agenzie specializzate sull’online (anzi, sui media digitali). Mi rendo conto che tale discorso puù sembrare egoistico e di parte fatto da uno che gestisce proprio una di queste agenzie specializzate, ma ritengo che i valori e le metriche da analizzare, hanno bisogno di competenze da “addetti ai lavori” per coglierne davvero tutti i benefici. E questo non riguarda solo AdWords. Non dimentichiamo che a breve saranno disponibili altri potenti strumenti di pianificazione, come ad esempio l’abbinamento tra keyword e profili demografici annunciato da MSN. Tutte funzioni che, ovviamente, vanno salutate come ulteriori ottime opportunità per gli inserzionisti, ma che necessariamente aggiungono elementi di complessità.

Non a caso, quella che sembra una rinnovata ed auspicata propensione di Google a collaborare con le agenzie, dimostra la necessità del ruolo delle figure professionali specializzate a supporto degli obiettivi e delle strategie degli advertiser.

E se poi Google continua ad organizzare dei simpatici party come quello di ieri sera a Milano, allora siamo vicini alla perfezione! :) ))

Altre riflessioni sul post Google, i banner, il CPM.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...


3 commenti per “AdWords si complica: meno male!”

Pui seguire questa conversazione mediante lo specifico feed rss.

  1. Luis scrive:

    google party??
    dove? come? quando?
    com’era?
    invitatemiiiiiii!

  2. nicola scrive:

    “hanno bisogno di competenze da “addetti ai lavori” per coglierne davvero tutti i benefici.”
    Può, darsi, e sinceramente, spero che sia così,
    Noto, però, che per via di moltissimi fattori, ( fra cui: le decine di università di “comunicazione” e i costi relativamente bassi o inesistenti per gli stagisti )molte aziende si stanno dotando di ragazzi giovani e più o meno esperti da tenere internamente all’azienda, giovani che spesso ricoprono più ruoli all’interno della stessa compagnia.
    Tutto, a riprova di ciò, richiama alla mente ciò che già era successo per le web-agency, spesso soistituite da giovani e inesperti ragazzini alle prese con un Mac e Photoshop.
    Ciò chiaramente a discapito della qualità, dei siti, dei vantaggi derivanti dalla publbicità e più in generale del mercato dei motori di ricerca.
    In un’ottica futura ( 5 anni se il procedimento fosse analogo a quello per le web-agency ) è però pensabile che la maturità del mercato e le relative scremature riporteranno tutto entro valori più accettabili.

  3. vittorio scrive:

    Mi spiace ma non capisco cosa voglia dire Nicola. Premetto di essere laureato in scienze della comunicazione (quinquennale, indirizzo marketing) e di lavorare da un pò in una web agency. Lo stage è l’unico modo per entrare in azienda e non è certo colpa dei laureati se la retribuzione è bassissima. Ciò che non capisco è come possano la proliferazione dei corsi in comunicazione, la stagnazione del mercato, le esigenze delle aziende e dei laureati, diminuire la qualità delle agenzie e come, soprattutto, possano incidere sul mercato dei motori di ricerca e dell’adv online. E se ciò accadesse, non sarebbe “colpa” dei dirigenti, che usufuiscono di manovalanza intellettuale a basso costo senza professionalizzarla? Il “ragazzino” si impegna per apprendere e per crescere professionalmente e dovrebbe essere dotato di tutti gli strumenti cognitivi. Se così non fosse la responsabilità dovrebbe essere cercata altrove…

Lascia un Commento

Codici HTML ammessi: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>