Quando Roberto Bonzio di Reuters mi ha chiamato per commentare l’ennesimo caso di cybersquatting (qui l’articolo di Reuters), ho rivolto l’attenzione all’aspetto speculativo e deleterio della faccenda. In particolare, l’argomento era il dominio www.benedettosedicesimo.it registrato da una società di Claudio Ciaravolo, un persona di cui avevo sentito parlare ma che non avevo ancora avuto modo di esaminare con attenzione.

Per chi non lo conoscesse, Ciaravolo è un eclettico psichiatra campano noto, tra l’altro, per aver lanciato la leggenda della maglietta di sicurezza (quella con la finta cintura di sicurezza stampata sopra).

Beh, io sono un po’ assolutista sull’arte di arrangiarsi: non la sopporto. Vivere di espedienti, di furberie, di speculazioni, proprio non riesco a tollerarlo. E purtroppo l’Italia vista dall’estero è sempre etichettata come il “paese dei furbi”. Ricordo che un manager di una banca d’affari internazionale mi disse una volta che l’esistenza di un furbo presuppone sempre la presenza di un ingenuo. È vero, così come è vero che “tutto il mondo è paese” ed i furbi esistono ovunque; solo che l’arte (si fa per dire) dell’espediente, del trucchetto, della scorciatoia è così radicata nell’italiota-pensiero che ne contraddistingue il comportamento e la reputazione ormai in modo irrimediabile. Purtroppo.

Ammetto di aver inserito inizialmente anche Ciaravolo in questo contesto. La discutibile registrazione del dominio www.benedettosedicesimo.it mi ha ricordato quando Nichi Grauso venne da me fresco dei suoi 500.000 domini web registrati che voleva posizionare nei motori di ricerca. Mah…

Tornando a Ciaravolo. Non ho informazioni sufficienti per definire le sue attività come furberie o come semplici operazioni opportunistiche. Ma sono simpaticamente incuriosito dalla sua doppia specializzazione in “legend maker” e in “legend buster”. Da un lato si dice capace di sviluppare “a tavolino” delle leggende (come quella delle magliette di cui sopra), dall’altro (cito il sito): “tiene corsi di formazione per legendbuster ed opera attivamente nel campo della smentita delle leggende”.

Insomma, una specie di Dr. Jekyll e Mr. Hide, che associo alla considerazione che i maggiori esperti di sicurezza informatica sono ex haker. Così come ho scoperto che alcuni dei maggiori black hat (definizione di quelli che nel settore del search marketing applicano tecniche… d’assalto) sono anche strapagati consulenti di search engine e corporation nella gestione dello spam.

Con Bonzio di Reuters riflettevo sul fatto che il sistema dei siti fasulli, creati per occupare i promi posti nei risultati di ricerca, non è nient’altro che la rappresentazione contemporanea della furbizia umana. La chiromante è sostituita dal sito civetta. La catena di S.Antonio dalle link farm. La microspia dal phishing.

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3 commenti per “Creare e smentire leggende: per qualcuno è un lavoro”

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  1. Giuseppe Mayer scrive:

    “Claudio Ciaravolo è psichiatra di nascita e napoletano di professione.Di religione catodica” .. da brividi; fossi napoletano (e non lo sono per pochi chilometri) lo denuncerei per offesa al mio essere napoletano :)

  2. Andrew scrive:

    Salve Mauro Lupi, ho letto il suo articolo e sono rimasto sorpeso delle sue citazioni…ho fatto un giri in alcuni dei siti citati sull’articolo Roberto Bonzio e non ho trovato nessun tipo di speculazione da parte di Ciaravolo.

  3. C. scrive:

    Ci andrei piano a giudicare Ciaravolo, date un’occhiata a questo:
    http://www.ciaravolo.it/psichiatra.htm
    E’ ovvio che poi ognuno di sè può dire quello che vuole, ma definirlo un furbetto mi sembra un po’ avventato. E non mi sembra che abbia vissuto di espedienti, ma invece abbia affrontato in modo coraggioso problemi che da altri magari bollati come irrisolvibili.

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