Stamattina ho incontrato una persona fantastica in un meeting d’affari. Non era la prima volta ma, come nelle occasioni precedenti, mi sono sentito più ricco. E non solo per quello che ho ricevuto, difficile da sintetizzare qui, ma per quello che sono stato costretto a dare.

È una delle situazioni che adoro: lui grande professionista over 60 che non usa il computer, io a parlargli di comunicazione on-line, weblog, business network, ecc.

Convinto che internet afferisca principalmente alla comunicazione e non alla tecnologia (un mio credo affermato da tempo), ho verificato per l’ennesima volta come il vero salto culturale delle aziende verso l’uso profondo della Rete, non sia (solo) una questione di scarsa informatizzazione ma riguarda la predisposizione dei manager ad accogliere e recepire i cambiamenti, attuando un ciclo virtuoso che si compie quando si incrociano due fattori:

a) da una parte l’intelligenza da parte del management di voler capire lo “strumento internet” in quanto asset fondamentale nelle strategie di comunicazione e relazione con il mondo esterno

b) dall’altra un atteggiamento degli operatori del settore che elevi il rapporto cliente-fornitore, e che si adegui alla situazione aziendale senza proporre ed applicare delle soluzioni precotte.

Nella riunione di stamane il mio interlocutore ci ha messo tutta la sua intelligenza, la sua umiltà ma anche la sua esperienza. A me è bastato parlare di risultati concreti che possono centrare degli obiettivi. Che poi si utilizzi l’infrastruttura Pinco o l’applicazione Pallino… chi se ne importa.

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5 commenti per “Lui non usa il computer: io gli parlo di internet e blog”

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  1. g.g. scrive:

    “Convinto che internet afferisca principalmente alla comunicazione e non alla tecnologia”. Se lo si capisse in maniera più diffusa si dipanerebbe un nodo centrale della divulgazione….

  2. Low Resolution scrive:

    Caro Mauro approvo in pieno. La vera rivoluzione Internet la porta più sul piano della comunicazione e dell’interazione che su quello tecnologico.
    E questo riguarda anche il rapporto cliente / fornitore. Noi vendiamo ai nostri clienti una macchina veloce e molto potente. C’è chi facendo questo mestiere, parla sempre del motore e dei preziosismi tecnici del veicolo.
    Io preferisco parlare loro del viaggio, e dei posti inesplorati che con questo nuovo mezzo possono raggiungere e scoprire.

  3. ajroldi scrive:

    Ovviamente concordo ed amplio. Internet attiene si alla comunicazione ma è anche il discrimine culturale,il confine tra due forme di pensiero: quella locale e quella planetaria. Significa e tu lo sai meglio di me, ripensare all’azienda come struttura produttiva. Credo che questo sia ancora troppo presto, per molti.

  4. mitì scrive:

    E’ una fortuna trovare interlocutori intelligenti come il tuo. Io ancora spesso sbatto il naso contro persone meravigliose per tanti versi, ma che appena sentono nominare la parola internet fanno lo sguardo stile cerbiatto terrorizzato e sospirano sentendosi in trappola…:-) Ti bacio, Mauro.

  5. Low Resolution scrive:

    …è vero che negli ultimi tempi, soprattutto in settori o aziende, rimasti fuori o lontani dalla prima ondata (e dai suoi guasti) la parola “internet” suscita reazioni di sospetto e sufficienza. Quando non ostilità. In certi casi si è passati dall’euforia folle e ingenua al totale rifiuto. Insomma, la crisi del settore esiste e purtroppo persiste.
    Certamente qualche colpa la hanno anche gli operatori del settore (e qualche rinomata società internazionale di consulenza di direzione) che spesso hanno raccontato e “venduto” molte “bufale”.

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