Information overloadMi hanno segnalato (thanks Franci) un articolo della Prof. Mandelli su MyMarketingNet sul tema “Giornalismo e cittadini in Rete”. Trovo molto interessante l’apertura dell’articolo:

Michael Schudson, uno degli studiosi più autorevoli dei fenomeni legati alla comunicazione di massa, ha sostenuto negli ultimi anni un’idea dissacrante di come il cittadino deve considerare se stesso, nel mondo dell’information overload.
Occorre superare, Schudson dice, l’ideale astratto del “cittadino informato”, cioè del cittadino che deve essere informato su tutto per poter partecipare con razionalità alla vita pubblica. Il cittadino può limitarsi, in questo nostro mondo pieno zeppo di informazioni, ad essere monitorante (monitorial citizen). Deve, cioè, fare scanning dell’ambiente che lo circonda, in modalità a basso consumo cognitivo, ed essere pronto a diventare attivo, solo quando il suo intervento sia rilevante.

Mi piace il concetto di scanning a basso consumo cognitivo. Si tratta di un modo pragmatico di trattare le informazioni che ci circondano, un sistema verso il quale saremo costretti dalla maggiore disponibilità di contenuti raggiungibili e dal loro continuo aumento.

Come scrivevo un paio di mesi fa, “l’overload di informazioni passerà rapidamente dall’essere una seccatura al diventare un problema serio per ognuno di noi”. Riuscire quindi a fare un efficace e rapido scanning, avendo comunque la possibilità di approfondimento, sarà un’abilità e una competenza che riguarderà un po’ tutti, specie quelle persone per cui le informazioni hanno valore strategico, professionale e non.

Nell’articolo della Mandelli, si immagina che i giornalisti possano aiutare il cittadino nel realizzare al meglio la propria funzione di monitorante. Io immagino che nasceranno figure professionali specializzate nell’info-scanning e che, nel contempo, fasce sempre più numerose della popolazione riusciranno (essendone, in effetti, costrette) a sviluppare capacità di selezione proprie. Basta guardarsi attorno per scoprire di applicare già delle tattiche o delle difese nei confronti dell’information overload. Sia che si tratti di un filtro che seleziona le e-mail o che blocca i pop-up, sia nel caso di un aggregatore RSS che cattura solo le novità che ci interessano. Naturalmente sono molti gli interrogativi che rimangono in piedi, soprattutto in merito alla possibilità per tutti di accedere alle informazioni ed al controllo della loro qualità/veridicità.

L’articolo su MyMarketingNet è anche corredato con un approfondimento che va ad analizzare come la Rete stia creando nuovi collegamenti tra le informazioni (intese sia come contenuto, sia come fonti che le producono) ed il cittadino. Avvertenza: il linguaggio è un po’ accademico-cervellotico; un esempio?

la dinamicità contestualizzata delle mediazioni elettroniche sulle reti (oggi anche mobili), aumenta la varietà delle fonti accessibili a parità di risorse cognitive impiegate nell’attività;

Wow!

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Un commento per “Affrontare l’information overload”

Pui seguire questa conversazione mediante lo specifico feed rss.

  1. Pier Paolo scrive:

    Peccato solo che le modalità “a basso consumo cognitivo” con cui dovremmo effettuare questa selezione delle informazioni coincidano ad esempio con le euristiche di rappresentatività e di disponibilità, ovvero più in generale con tutti quei processi del pensiero che, invece di sfruttare la logica inferenziale per prendere decisioni, si basano su stereotipi e pregiudizi. Proprio il genere di meccanismi che han fatto la fortuna di movimenti assolutistici come nazismo e fascismo (e anche del comunismo russo, se è per questo). Stiamo insomma parlando di un cittadino poco informato e facilmente pilotabile con una comunicazione di carattere emotivo (http://loubregand.clarence.com/archive/064283.html)

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