Sull’Espresso Online trovo un’intervista a Jakob Nielsen, noto scrittore in termini di usability, il quale si lamenta dello spam, delle informazioni dannose e inutili che si trovano sul web e di quello che, in generale, ha definito “inquinamento dell’informazione”.

Sappiamo tutti che in genere quantità e qualità non vanno d’accordo, per cui, se i documenti on-line continuano ad aumentare, per di più sommati a spam di ogni tipo, un argomento di interesse crescente diverrà quello di aiutare gli utenti a navigare non affogando nel loro quotidiano viaggio sul mare delle informazioni.

Peraltro, si stima che attualmente i motori di ricerca riescano a censire non più di un terzo delle pagine web dei normali siti internet; oltre a queste, rimane nascosto agli occhi dei search engine anche gran parte dell’immenso patrimonio di materiale memorizzato in centinaia di banche dati on-line che a suo tempo si stimò essere pari a 500 volte i documenti attualmente censiti dai motori di ricerca.

Ho sentito parlare spesso di strumenti tecnologici che filtrino tali informazioni, oppure di attività repressive o limitative verso le fonti ritenute dannose. Io credo che si debba aggiungere anche un’attività di formazione e supporto nei confronti degli utenti, dei cittadini tutti. A differenza di Nielsen, sono scettico in merito ad un miglioramento della situazione in futuro, per cui l’overload di informazioni passerà rapidamente dall’essere una seccatura al diventare un problema serio per ognuno di noi.

Nei prossimi mesi, immagino possano svilupparsi un paio di nuove figure professionali: il Personal Info Trainer per i singoli ed il Biz Finder per le aziende. Su quest’ultimo ruolo, capace di assistere il mondo business a trovare velocemente le informazioni, si sono viste diverse proposte commerciali emergere recentemente (compreso Google Answer), ma l’impressione è che non vengano ancora percepiti due aspetti fondamentali: da una parte il valore strategico del reperimento tempestivo e qualitativo delle informazioni, dall’altra l’effettiva disponibilità on-line delle risorse su cui si misurerà il vantaggio competitivo del prossimo futuro.

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3 commenti per “Troppe informazioni on-line: è solo l’inizio!”

Pui seguire questa conversazione mediante lo specifico feed rss.

  1. Pandemia scrive:

    L’eccesso di informazione provoca anche nuova occupazione?

    Mauro Lupi nel suo interessante blog riprende un articolo dell’Espresso di questa settimana e fa alcune stimolanti riflessioni. Il lavoro

  2. Mauro Lupi's blog scrive:

    Il sapere? Vattelo a cercare!

    Con una todo list zeppa di priorità 1, il tempo per il blog è poco; però mi sono regalato la lettura del post su [mini]marketing a proposito del rapporto tra “sapere le cose” e “sapere come trovarle”: “Ora, in cui il network (non solo tecnologico) è ub…

  3. BAIAblog scrive:

    Will Web2.0 online communities survive spam?

    Every time a new tool appears on the Internet a group of early adopters jump into it and, with great enthusiasm explore all the possibilities of its usage. If the experiment succeeds, a new wave of spammers arrives and starts

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