Il meeting

  Arrivo in ufficio. Guardo con sufficienza Laura, la mia segretaria intenta a leggere con evidente avidità alcune riviste del settore. Ha anche un libro sulla sua scrivania: «Come cambia la pubblicità». Bah, ancora crede di imparare questo mestiere sui libri. Mentre gli passo davanti mi ferma e mi dice che c’è una persona nel mio ufficio.
  «Chi è?», gli chiedo, mentre sposto la rassegna stampa dalla mia cassetta della posta al cestino più vicino.
  «È il tuo budget!», risponde lei strizzando l’occhio. Capisco al volo: è proprio lui, Pierluigi della Deluxe & Co.
  «Pensa», dico con un atteggiamento tra la soddisfazione e la preoccupazione, «l’ho sognato stanotte».
  «Caro Pierluigi, come va?», esordisco con fare sicuro.
  «Ciao Alberto», risponde lui con accogliente sorriso.
  Vedo che ha già usufruito del caffè e che ha approfittato per leggere due o tre quotidiani che ha trovato sulla mia scrivania. Stava aspettando da almeno mezzora.
  Faccio il premuroso: «Mi spiace se ti ho fatto aspettare, ma l’incontro non era così presto, vero?».
  «No, no, non ti preoccupare. Ho voluto anticipare io perché volevo parlarti di un’idea che mi sembra davvero interessante».
  E mentre tira fuori alcune pagine evidentemente stampate da internet, sento arrivare una strana sensazione. Saranno le solite suggestioni che ti prendono quando si ha davanti un cliente importante.
  Ricordo quando sei anni fa ci aggiudicammo il loro budget. Dio che fatica! Mai lavorato tanto come in quel periodo. Feci impazzire i miei colleghi delle ricerche nel farmi prepararmi uno studio del loro mercato degno della migliore società di consulenza. Ma quello che ci fece acquisire davvero il cliente fu il lavoro creativo: mettemmo in piedi diversi focus group per scegliere la comunicazione ed il packaging più efficace e presentammo direttamente la soluzione che risultò migliore dai test iniziali. Fu proprio un’operazione fantastica, tanto che ogni anno vorrebbero un lavoro analogo. Io faccio finta di niente e glisso tranquillamente le loro richieste: mica si può continuare ad investire in continuazione sul cliente, no?
  «Sai che ti ho sognato stanotte?» dico cercando di smorzare il suo evidente entusiasmo nell’idea che stava per presentarmi.
  «Ah si? E cosa stavamo combinando nel tuo sogno?» risponde senza molta convinzione.
  «Eravamo proprio qui in ufficio e te mi stavi parlando di… Senti, lasciamo stare. Raccontami questa tua idea».
  Così lui si sistema meglio sulla sedia e, come ormai avevo capito, inizia a parlare di internet.
  «Come sai, non abbiamo praticamente mai fatto pubblicità su internet. Si, qualche volta le concessionarie dei quotidiani ci regalano un po’ di banner, ma non ho mai capito bene se funzionano davvero oppure no. A proposito: la tua agenzia si occupa anche di pianificazioni su internet? Non l’avete mai incluso nei nostri media-plan: magari potremmo fare un test…»
  «Dai, parlami di quelle cose stampate che mi hai portato» lo interrompo; tanto so che non vede l’ora di mostrarmi i suoi foglietti.
  «Ok, guarda qua» e distribuisce ordinatamente quattro fogli A4 sulla mia scrivania, uno accanto all’altro; poi mi fissa serio.
  «Sai, sempre più spesso in ufficio mi collego a internet per fare delle ricerche: è incredibile cosa puoi trovare!».
  Ora che me lo dice, capisco che i fogli sulla scrivania sono le stampe dei risultati di una ricerca on-line. Immagino che voglia presentarmi qualche sito web che ha scoperto, o qualche idea creativa che ha scovato nel caos della Rete. Ed invece si mette a fissare ancora più intensamente i suoi foglietti.
  «Guardali bene: non ci vedi nulla di strano?»
  Riesco ad intuire che si tratta dei risultati elaborati da un motore di ricerca sul web in base a quattro richieste differenti, tutte legate più o meno all’attività della Deluxe & Co.: “creme idratanti”, “crema per le mani”, “creme ph neutro”, “creme per il corpo”. Alcune cose sono strane: in testa alla lista sono riportati dei nomi che non mi dicono nulla e cerco di verificare anche gli altri fogli per vedere se incrocio qualche nome conosciuto.
  Lui insiste:
  «Allora? Trovato nulla di particolare?»
  «Dunque, vediamo, forse quest’azienda l’ho già sentita…»
  «No, no», mi interrompe, «non hai capito. Li vedi questi rettangoli? Non ti suggeriscono nulla?»

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