Le leggi del WebHo comprato questo libro in aeroporto perché non mi era rimasto niente da leggere ed in aereo non so proprio stare senza far niente. E poi si presentava bene: un sottotitolo serioso (“Elementi strutturali dell’ecosistema dell’informazione”), 100 pagine soltanto, scritto da uno scienziato dell’HP e pubblicato nel 2001 dal MIT. Preso!
Accomodato in un bel “corridoio – avanti” (ebbene si, sono di quelli che al momento di fare il check-in si mette a negoziare con l’addetto/a per spuntare i posti migliori) ho iniziato a leggere “Le leggi del Web”. Si tratta di un libro scritto da Bernardo A.Huberman, un matematico che promette nella sua prefazione di evitare tecnicismi e linguaggi complicati. Così mi concentro sul testo e scopro che si tratta dell’analisi scientifica della relazione tra la numerosità dei siti web e la quantità di pagine di cui si compongono e di link ad altri siti. Si tratta di una cosa che mi interessa molto in questo periodo e naturalmente le prime 50 paginette sono volate via durante l’ora di volo Milano-Roma.

In effetti il linguaggio è basato su elementi di matematica e statistica e l’obiettivo di renderlo fruibile ai non-matematici è (in parte) raggiunto mediante degli esempi. Però alcuni paragrafi li devo rileggere due o tre volte prima capirci qualcosa.
Un primo risultato che mi aspetto durante la lettura di un libro, oltre a quello di aggiungere conoscenze ed informazioni alla mia materia grigia, è quello di ottenere degli stimoli a sviluppare idee e congetture e “Le leggi del Web” in questo mi è stato utile. Sarà che mi sto interessando sempre di più a capire la Rete osservandone i suoi utenti (vedi anche un altro post), ho trovato l’analisi scientifica di Huberman in linea con questo atteggiamento e lo stesso autore sottolinea la possibilità (inesplorata, in gran parte) di conoscere internet attraverso l’esame analitico dei suoi elementi: le pagine dei siti, i link e, aggiungo io, i comportamenti degli utenti sui siti e nelle attività di ricerca online.

Arrivo a Roma, 50 pagine lette, qualche spunto, un paio di elementi concreti derivati dalla ricerca scientifica dell’analisi dei siti web. Inizio a pensare che il valore aggiunto delle pagine rimanenti possa non aggiungere molto altro.
La seconda parte del libro analizza il fenomeno delle “tempeste web” e quindi dell’intasamento della Rete, mettendo addirittura in relazione ad alcuni dilemmi sociali delle moderne comunità. Interessante, ma speravo che il testo andasse a parare altrove.

In definitiva: un testo breve e, come tale, decisamente parco di argomenti e temi esaminati in dettaglio. Ho avuto come l’impressione che nel tentativo dello scienziato di semplificare il suo linguaggio, sia rimasta solo la superficie e la sostanza sia andata persa.

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