Avventurarsi nel discorso “cosa è internet” è decisamente inopportuno, specie su un weblog come questo. Però volevo ribadire un concetto di fondo, utile nell’approccio alla Rete sia dell’utente finale che delle aziende che ne fanno argomento di business.

Ciò che noto con insistenza, è una visione di internet come puro fenomeno tecnologico. Questo lo trasforma immediatamente in qualcosa di complicato e che necessità di apprendimento specifico. Me lo sento ripetere continuamente: “Internet? Lo so che è utile, ma io con i computer non ci so fare…”

Mi viene da rispondere di getto: “E internet con i computer che c’entra?” Però mi rendo conto che una risposta del genere va spiegata e motivata. E allora ci provo adesso.

È vero: l’utilizzo della rete passa attraverso un computer. Al di là del fatto che in futuro questo sarà sempre meno vero per via dei nuovi dispositivi che saranno always on, mi piace pensare all’accoppiata tastiera/mouse come dei semplici elettrodomestici, come degli strumenti funzionali all’utilizzo di un media. Il PC non è il media, è solo l’aggeggio (peraltro non l’unico) che ci permette di accedere alla Rete.

Il computer viene invece inteso come “barriera mentale”. Che è sintomo di una tipica resistenza al nuovo, soprattutto se tecnologico e specie in Italia, ove l’informatica in genere rientra con grande difficoltà tra le naturali attitudini delle persone.

Ci si dovrebbe concentrare invece su ciò che rappresenta la Rete, sui mutamenti che sta portando nel mondo, nelle aziende, nelle comunità di ogni specie. Si dovrebbe guardare l’effetto e non lo strumento.

Indubbiamente, le modalità di accesso ad internet non sono le più semplici ed immediate, e Dio sa quanto potrebbero essere semplificate con un adeguato impegno degli sviluppatori. Però l’accoppiata internet=tecnologia crea di fatto una situazione in cui questo binomio sembra sia accettato passivamente. È come quando i personal computer iniziarono ad entrare nelle aziende; ricordo che si tenevano i corsi sul Basic piuttosto che sui fogli elettronici e che comunque erano training operativi sulle funzioni di qualche software, piuttosto che sul modo di sfruttare questi scatolotti nell’attività professionale di tutti i giorni.

In quel periodo, vincevo regolarmente delle sfide che ponevo ad aziende o a gruppi di utenti totalmente digiuni di computer. Spostavo semplicemente l’attenzione sul lavoro delle persone anziché sulla conoscenza delle centinaia di sofisticate funzioni dei programmi applicativi, che tanto non avrebbero mai utilizzato. Quasi sempre l’atteggiamento cambiava: “Ma in fondo non è così difficile. E poi è utilissimo!”.

Pensiamo ai programmi per accedere al web e per gestire la posta elettronica. Cosa c’è di complesso nel loro utilizzo? Bastano un paio di ore per chiunque, anche per chi non ha mai usato una tastiera. O no? Il vero impegno per un neofita, che coincide con la scoperta di un mondo praticamente diverso, è nel capire le implicazioni hanno che questi strumenti nella nostra vita e nel nostro lavoro.

Purtroppo, internet è ancora giovane e le sue implicazioni tecnologiche sono ancora quelle percepire come le più rilevanti. Il risultato è che ci sono troppi tecnici a parlare di internet e meno gente di marketing e comunicazione. Sarebbe assurdo che per parlare di televisione si chiamassero degli esperti di tubi catodici o di antenne. Però su internet succede regolarmente.

Mi auguro che in futuro ci sia maggiore consapevolezza nel merito dei contenuti e delle possibilità della Rete, piuttosto che sulle sue caratteristiche tecniche. Noteremo questo cambiamento quando nelle librerie i testi che riguardano internet ssaranno accanto a quelli sul marketing e sui mass media invece di figurare tra quelli di informatica.

Gia l’anno scorso, avevo notato che in qualche libreria di San Francisco i volumi tecnici su Java, Flash e anche quelli sull’HTML erano in posti distanti da quelli sul web marketing e sulla comunicazione digitale. Qui da noi sono ancora tutti nello stesso scaffale. Pensate che buffo sarebbe se accanto ai libri sulla pubblicità televisiva trovassimo quelli di elettronica e quelli per installare un ripetitore TV.

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