Archivio: settembre, 2003

Grazie ad Emiliano, due scatti fondamentali dell’ultima trasferta negli Usa al Search Engine Strategies di San José ad agosto:

  • Sergey Brin, uno dei due fondatori di Google, immortalato alla fine del suo intervento

  • Massimo (la parte americana di Ad Maiora) con me al party di Google (chiamato naturalmente Google Dance). Da notare la borsa di Massimo già piena di gadgets per i nostri colleghi romani
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Alcuni post sull’evento sono nell’area “motori di ricerca

UPDATE
Massimo, a sua volta, ci regala un paio di scatti:

  • Emiliano che insieme a me si gode la Google Dance (si vede anche dal fatto che la foto è mossa…)

  • Alcuni membri del board di SEMPO; da sinistra: Fredrick Marckini, Barbara Coll, Danny Sullivan, Safa Rashtchy, Noel McMichael e l’affascinante Jessie Chase Stricchiola durante il suo intervento
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Oggi ho fatto un salto alla presentazione del libro “Mondo Blog” di Eloisa Di Rocco a Roma. Molto bella innanzitutto la libreria Mel Book in Via Nazionale: me ne avevano parlato ma non c’ero mai stato; l’ho già messa nei bookmark dei posti fisici da visitare prossimamente.

Purtroppo sono dovuto andare via presto, però ho trovato così naturale il fatto che si parli di blog in libreria. Sono convinto che le community che ruotano attorno ai blog in Italia e nel mondo siano composte da una quantità di assidui lettori di libri decisamente superiore alla media.

Sia Eloisa che Luisa Carrada (ospite dell’incontro di stasera) hanno sottolineato come il fenomeno blog nasca da un sorprendente desiderio di scrivere da parte di tantissime persone. Secondo me è anche evidente come ci sia un’altrettanta voglia di leggere, a cui si aggiunge l’esclusività dei blog dei tanti “scrittori della porta accanto”.

Non ho mai amato le classificazioni artistiche e non condivido giudizi assoluti sul valore di un musicista, un poeta o un pittore. Mi incuriosisce, quindi, il fatto che attraverso i blog migliaia di persone possano giocare a fare lo scrittore, riuscendo magari a trovare un pubblico che apprezza e si complimenta.

Alcuni blog potranno sempre diventare libri…


Log@ndo è il blog di “URP degli URP”: sembra la fiera dell’acronimo ed invece è la segnalazione di un interessante weblog promossa dal Dipartimento della Funzione Pubblica. Seppur rivolto agli Uffici Relazioni con il Pubblico, ritengo possa essere interessante non solo per utenti della pubblica amministrazione ma per un pubblico più vasto.


IMRL’ultimissima ricerca condotta dall’Osservatorio IMR ha riguardato l’utilizzo dei motori di ricerca da parte delle aziende italiane. Si tratta della prima ricerca del genere condotta in Italia ed arriva proprio nel momento in cui, anche nel nostro Paese, vengono definitivamente scoperti i search engines come valido strumento di marketing.

I risultati definitivi saranno disponibili a giorni (i primi dati sono riportati sull’ultimo numero di NetForum), ma posso anticiparvi le indicazioni che ritengo più interessanti.

Il mio summary della ricerca
Solo due aziende italiane su tre svolgono attività di visibilità sui motori di ricerca tra le azioni di web marketing. Lo fanno prevalentemente utilizzando il team interno, ma pensano di utilizzare in futuro soprattutto agenzie specializzate. Investono sui motori di ricerca molto poco, anche se poi giudicano questa attività tra le più efficaci. Risulta nettamente la scarsa dimestichezza col mezzo, ancora non conosciuto dal un terzo delle aziende oppure ritenuto uno strumento utile al “brand” piuttosto che allo sviluppo di visite qualificate al sito.

(continua…)


Oggi ho cambiato il sottotitolo del blog, che da “Robe personali e comunicazione online”, diventa “Comunicazione online, motori di ricerca e altre cose”.

Il fatto è che mi son reso conto che questo blog di “robe personali” ne presenta davvero poche, e ciò è comumque rappresentativo della mia indole. Non trovo proprio ragione per scrivere di cose private. Ho sempre la convinzione che non importi nulla a nessuno delle storie personali, specie di quelle che mi riguardano, per cui non vado mai oltre una severa cortina di discrezione.

Certo, avrei potuto pensarci prima, ma ho attivato questo spazio proprio come un laboratorio sperimentale, sia per conoscere il fenomeno weblog “da dentro” ma anche per capire che tipo di contenuti valga la pena sviluppare. Per adesso ho imparato che il mio blog non sarà mai un vero e proprio diario, ma un’occasione per constringermi a riflettere, ad analizzare, ad approfondire argomenti legati principalmente alla mia vita professionale. Le cose più intime troveranno qua e la’ solo dei piccoli, timidi spazi.

Insomma, non credo riuscirò mai a scrivere “robe personali” come uno degli ultimi post su La Pizia. Brrrividi nel rileggerlo ed anche un po’ di imbarazzo di fronte a tanta schiettezza per una storia che si può provare anche ad immaginare e comprendere, ma che ha l’effetto di una metallo gelato sulla schiena; tre paragrafi che che ti fanno sentire in colpa per qualcosa in cui non centri nulla, ma che costringono a pensare, a fermarsi un attimo.


IAB ItaliaIl Palazzo delle Stelline è stato preso d’assalto: almeno 800 persone in quello che possiamo considerare il più importante evento italiano nell’advertising online mai svolto in Italia, sia per la quantità dei partecipanti ma soprattutto per la loro tipologia composta, da una mia stima sommaria, per un 40%-50% da responsabili di spender pubblicitari e per il resto da operatori del settore: concessionarie, agenzie pubblicità, centri media, web agency, ecc.

Il merito va innanzitutto a IAB Italia (disclaimer: io sono nel consiglio direttivo di IAB Italia) al quale va dato merito di aver creduto in un evento non facilissimo da organizzare ma che poi ha trovato anche l’aiuto fondamentale di UPA. Mi piace segnalare anche il lavoro editoriale del gruppo Ediforum che ha preparato il terreno già da un mese prima dell’evento.

La grande partecipazione di pubblico mi sembra un evidente segno di rinnovato interesse per la Rete quale strumento di comunicazione, anche se ormai siamo tutti più disillusi e consapevoli sulle reali possibilità del mezzo. Però trovo che momenti come lo IAB Forum dimostrino anche la necessità di una costante education e non solo dei clienti ma anche degli stessi operatori del settore. Ho già affermato in passato che se qualcuno ritiene di aver capito tutto di internet, significa che non ha capito ancora nulla!

(continua…)


Segnalo che su www.magiachannel.org e su www.iab.it sarà possibile seguire live tutte le sessioni del convegno odierno.


Ma perché un premio al miglior sito web deve diventare per forza una serata di gala?

Credo sia il quarto anno che seguo il Media Key Award e che faccio parte della giuria dell’evento dedicato ad internet. Pur non condividendo del tutto il concetto di premiare un’attività di comunicazione (e questo vale anche per i media tradizionali: Cannes, Locarno ecc.), credo che internet abbia bisogno di momenti in cui vengano presentati i progetti più innovativi, creativi e coerenti con gli obiettivi delle aziende.

Eppoi il caro Albano, patron di Media Key, mi sta simpatico e gli va riconosciuta la capacità di pensare alla Rete già da alcuni anni con desiderio genuino di capire e approfondire.

Il problema è che il format della manifestazione è arrivato alla frutta. Questa edizione mi è sembrata impostata ad una maggiore snellezza, ma il risultato è comunque monotono. Si, c’era il tipo delle Iene, il grande Elio (quello delle Storie Tese), ma reggere le oltre due ore del medesimo cliché ripetuto per le venti categorie, è stata davvero un’impresa. Anche quest’anno.

Mi rendo conto che certe cose sono soggettive: a me sembra banale e ripetitivo la scenetta della foto ad ogni premiazione, l’accompagamento fornito da modelle succinte, le frasi di rito e le battute forzate. Magari alla gente piace così e va bene. Però mi sembra inconfutabile il fatto che, a fine serata, si perda il vero obiettivo della manifestazione, che dovrebbe essere quello di premiare le migliori cose spiegando anche il perché, fecendo vedere il dettaglio dei siti e dei banner dei vincitori, mentre invece tutto viene presentato in modo superficiale e approssimativo.

Il risultato è che la serata si riduce ad una passerella di clienti e agenzie che applaudono quando viene premiata la loro azienda e poi vanno via frettolosi. La comunicazione online merita di più: speriamo che IAB Forum di domani offra qualche spunto migliore.


Mondo Blog di Eloisa Ho divorato il libro di Eloisa in un paio di serate, terminandolo nella classica ora di ritardo sul volo roma-milano di oggi. Questa velocità (della mia lettura, non dell’aereo…) è dovuta dall’atmosfera tipicamente internettiana con la quale ti accoglie il libro; è stato come assumere una dose superiore della razione quotidiana di materiale digitale, tipiche di chi, come me, usa la Rete per lavoro.

Il libro parla di blog, naturalmente, lasciando però trasparire quanto questo strumento sia una delle espressioni più compiute di Internet nel suo insieme. Ma il punto di osservazione, una volta tanto, privilegia una visione della Rete (e dei blog come suo componente) come un fatto gestito da persone, dalle loro idee e dai loro sentimenti, piuttosto che come mero fatto tecnologico.

Mondo Blog riesce a trasmettere in modo candido e trasparente sia le caratteristiche di un blog, ma anche i suoi contenuti più disparati e le sue implicazioni sociali. Il testo è rappresentativo di cosa avviene su questa categoria di “diari web”, comprese le contraddizioni, le utopie, le esagerazioni, gli atteggiamenti “blog contro tutti” e, non ultimo, l’egocentrismo di molti blogger.

Assolutamente coerente con l’argomento, l’idea di lasciare spazio ad altri blogger, riportando alcuni loro post, ma anche la loro visione del significato di blog.

Si è capito che è un libro ce mi è piaciuto e che consiglio?


È bello riscoprire Roma da turista. Di domenica, specie quando c’è il sole, la città cambia: si vede meno smog e si dimentica per un attimo il caos del traffico di tutti i giorni. Oggi abbiamo portato i bimbi a Fontana di Trevi (si, si, l’hanno buttata la monetina) e poi siamo passati davanti al Quirinale.
Domani tornerò in città ritrovando la metropoli rumorosa e disordinata di sempre, ma vederla di domenica è come conoscere un segreto, un bel segreto, che si custodisce con gelosia.


Ripensavo alle aziende padovane che sembrano essere invisibili su internet. Mi capita spesso di entrare in contatto con aziende che si svegliano all’improvviso e si accorgono… di quello che sta succedendo là fuori.

Ma non voglio qui bacchettare imprenditori e manager che troppo spesso sono oggetto di inutili e ingiuste critiche rispetto alla loro strategia su internet. Questo è un settore ancora nuovo, complesso e che impatta sull’azienda tutta. Inoltre, internet come strumento di comunicazione, si basa fortemente sulla tecnologia, fattore quest’ultimo meno evidente rispetto ad altri media.

E allora cosa dovrebbero fare i manager, i responsabili marketing, gli imprenditori delle aziende che ancora non hanno preso di petto la Rete? Innanzitutto scegliere i partner giusti! Ok, in passato ne hanno sentite di tutti i colori da web agency futuristiche e da strabilianti consulenti. Ma adesso c’è più chiarezza sul mercato e c’è una storia, seppur breve, da parte delle agenzie più capaci.

Ma come si scelgono i fornitori in questo settore? Provo a segnalare alcune cose da fare e da non fare.

(continua…)


Sono mesi che Renato Soru, ideatore e capo di una realtà di spessore europeo come Tiscali, va ripetendo la necessità di arginare lo strapotere delle aziende americane nei servizi su internet. L’ultima sua uscita è una lunga intervista sulla Stampa di lunedì.

Il suo ragionamento parte da un dato concreto: il primato di società USA sulla Rete è pressochè assoluto, sia che si tratti di fare ricerche online (Google) che di consultare una directory (Yahoo!) ma anche per eseguire acquisti (Amazon) o partecipare ad aste online (Ebay). E, secondo Soru, per le aziende europee sarebbe impossibile competere con giganti che possono strutturarsi partendo da un mercato ricco e produttivo come quello americano.

È in effetti un discorso molto complesso, che riguarda non solo internet ma il fenomeno della globalizzazione nel suo insieme, argomento che non mi sento di affrontare in questo momento.

Però la voce di Soru tocca un aspetto fondamentale, e cioè la messa in discussione della capacità della Rete di autoregolamentarsi premiando, in un certo senso, le migliori aziende e le migliori idee. Io credo che, pur ridimensionando il sogno romantico di una internet democratica e dove tutti hanno pari opportunità (ma quando mai è esistita?), il successo di aziende come Google dimostra come gli utenti della Rete hanno la capacità di scegliere quello che meglio li soddisfa e che hanno il potere di portare due studenti di Stanford ad essere titolari di uno dei brand più famosi al mondo in soli cinque anni.

(continua…)


Sono mesi che Renato Soru, ideatore e capo di una realtà di spessore europeo come Tiscali, va ripetendo la necessità di arginare lo strapotere delle aziende americane nei servizi su internet. L’ultima sua uscita è una lunga intervista sulla Stampa di lunedì.

Il suo ragionamento parte da un dato concreto: il primato di società USA sulla Rete è pressochè assoluto, sia che si tratti di fare ricerche online (Google) che di consultare una directory (Yahoo!) ma anche per eseguire acquisti (Amazon) o partecipare ad aste online (Ebay). E, secondo Soru, per le aziende europee sarebbe impossibile competere con giganti che possono strutturarsi partendo da un mercato ricco e produttivo come quello americano.

È in effetti un discorso molto complesso, che riguarda non solo internet ma il fenomeno della globalizzazione nel suo insieme, argomento che non mi sento di affrontare in questo momento.

Però la voce di Soru tocca un aspetto fondamentale, e cioè la messa in discussione della capacità della Rete di autoregolamentarsi premiando, in un certo senso, le migliori aziende e le migliori idee. Io credo che, pur ridimensionando il sogno romantico di una internet democratica e dove tutti hanno pari opportunità (ma quando mai è esistita?), il successo di aziende come Google dimostra come gli utenti della Rete hanno la capacità di scegliere quello che meglio li soddisfa e che hanno il potere di portare due studenti di Stanford ad essere titolari di uno dei brand più famosi al mondo in soli cinque anni.

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Su Mlist.it, la popolare community sul web marketing moderata dalla cara Elena Antognazza, c’è una bella discussione attorno ad una ricerca realizzata dalla Camera di Commercio di Padova.

Lo studio ha analizzato la visibilità su internet di circa 1.400 aziende esportatrici padovane, in particolare in merito alla presenza sui motori di ricerca, riscontrando che ben l’86% delle aziende non compare nei risultati.

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Il 25 settembre si terrà a Milano il primo IAB Forum, un importante convegno sulla pubblicità online, organizzato dalla più autorevole associazione internazionale del settore.

La giornata vedrà una mattinata divisa tra i dati concreti del mercato (numeri e ricerche da IAB, Eurisko, Audiweb, EIAA) e le testimonianze delle aziende, rappresentate dall’UPA e supportate da casi aziendali recenti.

Nel pomeriggio la palla passa agli operatori del settore: Msn, Publitalia, Slash, Tiscali, Tuttogratis, Virgilio, Yahoo! e naturalmente… Ad Maiora! . Io presenterò alcune recenti ricerche di mercato in tema di motori di ricerca ed un approccio un po’ diverso ai servizi di search engine marketing, oltre a… vabbé, mica posso dire tutto no?

Il convegno si chiuderà con una tavola rotonda con le associazioni (IAB, Fedoweb, Assocomunicazione e ACP Online) moderata dal Franco Carlini del Corriere della Sera.

Mi piace sottolineare che l’evento è stato realizzato insieme ad UPA, l’associazione che rappresenta i big spender pubblicitari che, sembra, sia intenzionata a diffondere tra le aziende la consapevolezza sull’importanza di internet nelle strategie di comunicazione. Che sia la volta buona?


Mi piace leggere libri di marketing e management scritti cinque o sei anni fa, perché non risentono né delle follie che hanno accompagnato il boom della new economy, né il pessimismo o lo scetticismo del periodo post boom.

In questo senso Real Time è davvero un bel libro e tratta in modo coerente e ragionato della velocità con la quale le aziende si devono muovere in questo periodo. Scritto nel ’97, anticipa già i cambiamenti che internet andrà a produrre nel rapporto azienda-cliente e ne evidenzia l’impatto sul modo di fare il manager.

Almeno quindici anni fa sentii riflettere su come “la storia stia accelerando”; Real Time fotografa il momento che le aziende stanno vivendo oggi, fatto di velocità elevate nei cambiamenti del mercato e del rapporto con i clienti e su come si debbano considerare strategiche le tecnologie (informatiche e di network) come mezzo e non come fine.

Su qualche opinione di McKenna non sono del tutto in sintonia, ad esempio quando sembra esemplificare la strategia delle aziende suggerendo di orientarla a prevenire i bisogni dei clienti facilitando al massimo il loro spettro decisionale. Forse questo approccio può andare bene nel marketing di un prodotto di largo consumo ma, ad esempio, nella vendita di servizi professionali ritengo strategico un approccio più collaborativo, anzi abbinato ad una vera propria attività divulgativa.

Uno spunto, se volete banale, in cui invece mi sono ritrovato, è quello di mettersi a pensare a qualche cosa che riguarda il passato. Succede di pensare ad un evento che sembra accaduto duo o tre anni fa ed invece poi ci si accorge che è successo solo sei mesi fa, ma che già appartiene al passato remoto.

Può non far piacere, anzi a volte si sente tutta la sua pressione, ma la vita di oggi, specie quella professionale, deve sincronizzarsi sul Real Time.


Nel dibattito su come rendere un sito web usabile, vorrei introdurre un concetto che, secondo me, indica come dovrebbe porsi un sito nei confronti dei suoi visitatori. Mi piace pensare che un sito possa dimostrarsi gentile.

Penso a quando entro in un negozio. Mi aspetto di essere accolto con gentilezza e con un bel sorriso. Vorrei essere salutato; vorrei poter contare su qualcuno pronto a darmi tutte le informazioni che mi occorrono. Vorrei avere a che fare con qualcuno che mi guardi e quindi intuisca cosa mi occorre.

Purtroppo molti siti web non mi sembrano affatto gentili. Ti sparano un’introduzione grafica invadente, con tanto di musichette non richieste, sempre dopo aver aspettato un tempo che sembra interminabile. Ed una volta che finalmente si riesce a trovare il modo per entrare nel sito (“skip intro” è sicuramente il click più popolare) ci tocca sorbirci una continua dichiarazione d’amore fatta da chi ha progettato il sito verso la propria azienda. E giù con “la nostra azienda”, “i nostri servizi”, “la nostra mission”, “la nostra vision”, ecc. Insomma, il classico sito realizzato per far contento qualche dirigente dell’azienda piuttosto che i suoi visitatori.

È come se al momento di entrare in un negozio, qualcuno ci tenga fuori dalla porta per 20 secondi (loading…), poi si metta a fare ogni volta un mini show non richesto (flash intro), e poi ci accolga parlando per un quarto d’ora del proprietario del negozio (chi siamo) e di quanto sono bravi, forti e belli (mission, vision e quelle storie li).

Ma c’è qualcuno che ami i suoi clienti (effettivi e potenziali) almeno quanto la sua azienda? Sembra di no, eppure basterebbe solo un po’ di gentilezza in più.


Oggi Google compie 5 anni e volevo scerzarci sopra, prorpio come si fa con un bambino di quell’età. E allora ho scovato una foto di Sergey Brin, uno dei fondatori di Google, pubblicata nel loro primissimo sito, quando ancora erano ospitati sul sito dell’Università di Stanford. Indubbiamente ha dimostrato che è meglio come progettista di motori di ricerca che come modello/a!

In realtà, oltre a prendere un po’ in giro quello che è diventato una delle persone più importanti della Rete, mi sono messo a pensare un’attimo sulla potenza di internet anche come memoria storica. L’immagine di Brin l’ho scoperta andando a spulciare su web.archive.org, un’incredibile sito capace di tornare indietro nel tempo e vedere com’era un sito web negli anni passati. Nel caso di Google, si puo’ trovare uno dei primi prototipi, mentre la fatidica foto l’ho scoperta in una vecchissima pagina personale di Brin. Ci sono anche altre foto della famiglia, di lui vestito da sub… Beh, tutt’altra cosa rispetto a quello visto a San José meno di un mese fa a firmare autografi.

Morale: è bene stare attenti a cosa si fa e si dice su internet. Tra qualche anno chiunque potrà ritirare fuori tutto qurllo che ci riguarda, che ci piaccia o no. Come dice il saggio: “Il passato è una cosa che porteremo dietro per sempre”. Quindi, occhio a rendere il passato online degno di essere riscoperto.

Ora che ci penso, qualcosa del genere già mi successe, ma non su internet. C’è qualcuno che conserva delle registrazione di quando, a 18 anni circa, facevo programmi in radio: mi ha sempre promesso che potrebbe ricattarmi a vita… Spero di non diventare troppo famoso.


Hp Photosmart 735Oggi è stato il primo giorno di prova sul campo della nuova Hp Photosmart 735. Un po’ di foto al mare, un po’ in giardino, tanto da poter aprire il mio primo photo-album.

La passione per la fotografia è roba che credevo di aver archiviato venti anni fa, dopo anni ad imboscare macchina e telezoom per fare foto ai concerti rock. Ci fu un piccolo ritorno di fiamma con l’arrivo dei bimbi, ma rullini e scatti non facevano più la stessa presa.

Ora passiamo al digitale e le premesse mi sembrano quelle di una personale rivoluzione almeno sotto due aspetti:

  • L’assenza del processo rullino-sviluppo-stampa e quindi la possibilità di scattare e cancellare le foto al volo, oltre al fatto di avere i risultati in tempo reale.

  • L’intero processo digitale delle immagini che consente, tra l’altro, l’inoltro online ad efficienti centri servizio che poi ti spediscono le stampe in 48 ore, e la pubblicazione su Internet e l’inoltro via e-mail.

Il reale effetto che avrà questa piccola scatoletta cromata potrò valutarlo solo nei prossimi mesi: intanto mi sembra di aver aperto la porta verso un nuovo territorio, con tante funzioni da scoprire ma soprattutto con l’impressione di poter dare più facilmente un volto a qualche emozione che in passato è sfuggita.

POST COLLEGATI:
Stampa foto digitali


Gino Roncaglia ci da’ un’anticipazione del suo prossimo libro “Internet 2004” con un completo articolo che introduce al mondo dei weblog.

Non l’ho ancora letto a fondo, ma sembra completo e ben organizzato. L’approccio (anche a detta dell’autore) è pensato per un neofita, ma a me sembra comunque sufficientemente dettgaliato anche per chi è già avvezzo di blog e affini.


Volevo segnalare un articolo a proposito del Search Engine Strategies scritto da Rebecca Lieb su ClickZ. È simpatico, coglie i temi essenziali della conference e del momento che sta attraversando il settore dei motori di ricerca.

Ho avuto il piacere di conoscere Rebecca ed ho trovato in lei le doti, purtroppo non sempre coumuni di questi tempi, di fare ancora del buon giornalismo con umiltà e sincera curiosità nel conoscere opinioni altrui.


Un appello veloce (e semiserio) dei presenti e degli assenti nei 4 giorni al Search Engine Strategies di SanJosé:

PRESENTI


  • Aziende SEO e SEM, sorridenti come non mai

  • Big spender pubblicitari, agenzie media tradizionali, banche d’affari

  • Impiegati di Inktomi, Fast, Altavista, Overture che non sanno ancora cosa andranno a fare tutti insieme in Yahoo!


ASSENTI

  • Spam e cloacking. La vecchia guerra tra search engine e agenzie SEO sembra finita (o è una tregua?)

  • MSN. Tutti a chiedersi cosa farà e chi acquisterà Microsoft, ma si dovrà attendere la prossima conferenza

  • Blog. Le persone di Blogger/Google con le quali ho parlato mi hanno confessato che i blog sono una cosa nuova anche per loro…


eCompratelo!
E pensare che per un attimo ho creduto che fosse roba vera…


Con i capelli bianchi si impara a valutare le cose con maggior ponderazione. È come per quei vini che diventano più buoni quando si lasciano decantare. Così ho aspettato una decina di giorni prima di scrivere dei commenti all’evento più importante dell’anno sul search engine marketing.

Ebbene, mi sento di affermare che il Search Engine Strategies di agosto 2003 ha rappresentato uno dei momenti di svolta in questo settore in particolare, ed in generale nel mondo del marketing online.

Il clima generale è naturalmente quello di euforia e di eccitazione. I big spender pubblicitari iniziano ad investire pesantemente nel posizionamento, soprattutto negli spazi a pagamento. I siti di e-commerce hanno finalmente trovato il servizio di marketing più efficiente mai visto prima. Tutti gli attori sul mercato (portali e motori di ricerca, società che erogano servizi SEO e SEM, sviluppatori di software e tool, ecc.) vedono raddoppiare gli ordini anno su anno.

(continua…)


Domenica scorsa sono andato a vedere l’acquario di Genova con moglie e figli. Memore delle esperienze di alcuni amici, ho pensato di acquistare i biglietti d’ingresso via internet, dato che l’acquario, oltre ad essere uno dei più grandi d’Europa, è noto per le sue interminabili code per entrare.

In effetti, appena siamo arrivati, abbiamo trovato una discreta fila al botteghino, che però sapevo di poter evitare perché i biglietti acquistati su internet si possono ritirare in un apposito ingresso esterno.

Ma il problema era la “catena umana” di circa 200 persone in coda per entrare. Invece, dall’ingresso dove mi hanno consegnato i biglietti, abbiamo avuto accesso direttamente all’interno dell’acquario. Quindi 2 code evitate, con la gioia soprattutto dei bimbi che notoriamente odiano aspettare e che già si immaginavano in coda per un’ora sotto il sole.

E poi volete mettere la soddisfazione di poter dire: “Avete visto a cosa serve internet?”

Comunque l’acquario è davvero ben fatto: grande, ordinato, ricco di informazioni e di spendidi animali, acquatici e non. Un posto che non da’ la tristezza di uno zoo, ove è trasparente la sofferenza di molti animali, e che invece fornisce un percorso intelligente e ben organizzato.